Normanna
La discesa dei POPOLI del NORD
Incominciò il vento del Nord
Noti per lo spirito di avventura, il coraggio e l'abilità che dimostravano in guerra, i normanni ottennero la loro prima vittoria a Melfi; questa conquista aprì loro la strada verso la Puglia e la Calabria.
Tra le file di questi soldati, per lo più mercenari di professione, c'erano gli undici fratelli Altavilla con i propri seguaci. Tra questi vi era Roberto detto il Guiscardo, uomo ambizioso e guerriero impavido: il "più alto del più alto" degli Altavilla.
Contro il potere del papato, Roberto tentò di attuare un piano ambizioso che lo vedeva re di un grande stato del territorio italico meridionale.
Nel 1071 fu assediata Palermo, che riuscì a resistere per circa sei mesi; gli abitanti di questa città furono costretti a pagare un tributo in cambio di una maggiore autonomia amministrativa e della libertà di culto.Soltanto nel 1088 fu conquistata anche Castrogiovanni e tre anni dopo Noto, ultimo baluardo della Sicilia musulmana.
E' pur vero che al tempo della conquista normanna la Sicilia era già un paese debellato e i vincitori furono facilitati anche dal fatto che non dovevano riconoscere diritti e doveri ai vinti.
La Cappella Palatina di Ruggero a Palermo…con uno stupendo soffitto arabo dipinto, la cupola bizantina…i mosaici greci…" Ruggero intervenne anche in campo religioso modificando la liturgia: introdusse la liturgia gallicana e nominò a Palermo un arcivescovo latino, decise inoltre il numero delle diocesi ed anche la scelta dei vescovi.
Quando salì sul trono del regno Guglielmo I (detto il Malo), figlio di Ruggero, il momento politico non era dei più facili. La Sicilia era sconvolta dalla crescente opposizione feudale e dalle tensioni sociali che spesso sfociavano in insurrezioni popolari: uno dei bersagli fu Maione di Bari, primo ministro di Guglielmo, vittima del tumulto del 1155.
Alla morte di Guglielmo I, avvenuta nel 1166, la Sicilia fu governata dalla madre, Margherita di Navarra, che fu costretta a chiedere aiuto ai propri parenti contro le agitazioni provocate dai baroni.
Sotto la reggenza di Guglielmo II (1172), la Sicilia conobbe un periodo relativamente tranquillo e per questo il nuovo re fu detto il Buono.
Ritenuto dai più giusto, indulgente e tollerante, Guglielmo II conquistò l'opinione degli storiografi anche perché proteggeva gli intellettuali del tempo, soprattutto i poeti arabi. Da fonti certe è emerso che i musulmani mantenevano una larga rappresentanza di governo e di religione: Palermo era ancora popolata da moschee.
Segno visibile del patronato di Guglielmo è ancora oggi la grandiosa abbazia di Monreale cui seguì la costruzione della Cuba e della Zisa a Palermo. Nella stessa città furono edificate la cattedrale e altri monumenti di rilievo architettonico.
Impegnatosi nelle spedizioni verso l'Africa e i paesi orientali, Guglielmo II cercò anche l'alleanza di Federico Barbarossa per difendere il suo regno da nord. L'alleanza fu suggellata dal matrimonio di Costanza d'Altavilla ed Enrico, figlio del Barbarossa; questa unione portò però ad un problema di successione in quanto Guglielmo II era senza discendenti maschi e gli imperatori di Germania potevano così diventare re di Sicilia .
Guglielmo II morì nel 1189 e al trono successe la zia Costanza, moglie di Enrico Hohenstaufen, che divenne poi imperatore con il nome di Enrico VI .
Il governo di Costanza fu inizialmente accettato dai baroni ma, non molto tempo dopo, alcuni di loro scelsero Tancredi, nipote illegittimo di Guglielmo, come loro re.
Tra alterne vicende il regno di Tancredi non si rivelò un momento facile per la Sicilia; Enrico VI pianificava di estendere il potere nel Mediterraneo e nell'Europa meridionale. Il suo disegno di conquista venne definito nel 1194, anno del suo sbarco nello stretto di Messina e della sua incoronazione. Tancredi era già morto e sul trono sedeva il figlio Guglielmo III. La flotta siciliana non fece nulla per fermare Enrico e Messina accolse i tedeschi con entusiasmo.
Il regno di Enrico VI ebbe vita breve e fu caratterizzato dalle rivolte della nobiltà locale; nel 1197 le sue spoglie furono deposte nella cattedrale di Palermo.