definizione politica-storica del regno delle due Sicilie

Definizione politica-storica del Regno delle due Sicilie

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Claudio D'Andrea

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Chiarezza sul Regno delle Due Sicilie nella storia

Nel XII secolo i territori del Regno di Sicilia con la dinastia degli Altavilla comprendevano: la parte continentale che poi diventò successivamente il Regno di Napoli (all'inizio era inesistente l'idea di un regno napoletano), la Tunisia, l'Albania e la Grecia occidentale.

La zona continentale, che va dall'attuale Abruzzo fino al Salento e dalle attuali province di Rieti e Latina per arrivare in Calabria, era parte integrante del Regno di Sicilia. Quella stessa parte continentale nel 1282 diventò entità a sé stante con Carlo I d'Angiò, quando la Sicilia si ribellò contro gli Angioini durante i famosi Vespri siciliani.

Questa vicenda diede avvio ad una serie di guerre chiamate “guerre del Vespro” per la conquista della Sicilia. In quello stesso periodo venne adottata la bandiera giallo-rossa con al centro la Trinacria che diverrà poi il vessillo della Sicilia. La bandiera venne formata dal giallo di Corleone e dal rosso di Palermo a seguito di un atto di confederazione stipulato da 29 rappresentanti delle due città. Famoso simbolo delle prime fasi convulse del Vespro fu il termine “Antudo!”, una parola d’ordine usata dagli organizzatori della rivolta come segno di riconoscimento. Questo termine, di dubbia origine, è stato spiegato dal famoso storico Santi Correnti nel XX secolo come incitamento: “ANimus TUus DOminus” cioè il coraggio è il tuo signore (non i francesi). Antudo fu scritto anche nella bandiera. L'isola passò così agli Aragonesi spezzando definitivamente l'unità tra la Sicilia e la parte continentale che diventò il Regno di Napoli.

Alfonso V d'Aragona, detto il Magnanimo, già Re di Sicilia, nel 1442 conquistò militarmente e dopo lunghe guerre il Regno di Napoli, regno che era stato indipendente per centosessanta anni, stabilendo la propria corte nella capitale Napoli facendola diventare il fulcro della Corona d'Aragona. Questo re diventando Alfonso I di Napoli (fu il capostipite del ramo aragonese di Napoli) unificò formalmente il Regno di Sicilia con il Regno di Napoli assumendo il nome di “Rex Utriusque Siciliae”. Infatti la prima menzione ufficiale del toponimo “Due Sicilie” si ebbe proprio con questo sovrano. Tuttavia Alfonso alla sua morte nel 1458 lascia Napoli al suo figlio naturale Ferdinando d'Aragona, meglio conosciuto come Ferrante I e detto anche Don Ferrando e Don Ferrante, mentre la corona di Aragona e la Sicilia vanno al fratello Giovanni II d'Aragona, detto il Giusto, separando così nuovamente i due regni che tornarono ad essere del tutto indipendenti, uno con capitale Napoli, l'altro con capitale Palermo. Questa breve parentesi aragonese delle “Due Sicilie” durò circa sedici anni.

Dal 1458 fino al 1501 il Regno di Napoli fu indipendente e sovrano, dopo perse la sua indipendenza e fu sottoposto a diverse potenze straniere, ma mai riunito con il Regno di Sicilia:

dominio francese, Valois-Orléans (1501-1504). Il Regno di Napoli fu conquistato dalla Francia, il Re Federico I fu catturato e imprigionato in Francia, ove morì;

conquista spagnola (1504-1516). Al termine della guerra con il Regno di Francia Ferdinando II d'Aragona riesce ad annettere anche il Regno di Napoli ai suoi domini;

primo dominio spagnolo, Asburgo di Spagna (1516-1700). In questo periodo il Regno di Napoli è tenuto da re stranieri ed è amministrato sul territorio da distinti viceré;

secondo dominio spagnolo, Borbone di Spagna (1700-1713). Carlo II d'Asburgo morì senza eredi e la corona passò alla dinastia dei Borbone. Nel suo testamento Carlo II scelse come successore il figlio secondogenito di Luigi di Francia, a sua volta figlio di Luigi XIV e di Maria Teresa d'Asburgo (sorella di Carlo II), inaugurando così il ramo dei Borbone di Spagna;

dominio austriaco, Asburgo d'Austria (1713-1734). Con il Trattato di Utrecht del 1713 comincia il dominio austriaco nel Regno di Napoli.

Nel 1734 Carlo Sebastiano di Borbone (Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio), già duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, al comando delle armate spagnole, conquistò il Regno di Napoli e l'anno successivo occupò la Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca e instaurando a Napoli la dinastia borbonica (fu il capostipite del ramo dei Borbone di Napoli). Carlo fu quindi incoronato “Rex Utriusque Siciliae” il 3 luglio 1735 nella Cattedrale di Palermo. La costituzione della nuova monarchia borbonica liberava dalla condizione di viceregno la Sicilia che ritornava a essere un regno indipendente, sebbene, di fatto, unito a Napoli in regime d'unione personale.

Un'unione personale è una relazione di due o più entità considerate stati sovrani separati e distinti che, attraverso una legge, condividono la stessa persona come Capo di Stato di entrambe le nazioni. L'unione personale non si deve confondere con una federazione che è considerata dagli altri stati internazionali come stato singolo.

Carlo fu infatti Re di Napoli e Re di Sicilia “senza numerazione specifica” dal 1735 al 1759. Nella bolla d'investitura papale Carlo di Borbone fu nominato Re di Napoli con il nome di Carlo VII, ma questa denominazione non fu mai utilizzata dal sovrano che preferì non apporre nessun numerale dopo il suo nome per marcare una netta discontinuità tra il suo regno e quelli dei predecessori, che regnarono da un trono straniero. Il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia vennero riconosciuti come indipendenti con il Trattato di Vienna del 1738. Dal 1759 al 1788, anno della sua morte, Carlo di Borbone fu Re di Spagna con il nome di Carlo III (Carlos III).

La nascita del Regno delle Due Sicilie (quasi quattrocento anni dopo la prima proclamazione da parte di Alfonso il Magnanimo) si ebbe con Ferdinando I di Borbone, figlio di Carlo di Borbone, Re di Napoli con il nome di Ferdinando IV dal 1759 al 1806 e dal 1815 al 1816, Re di Sicilia con il nome di Ferdinando III dal 1759 al 1816. Ferdinando è passato alla storia con i nomignoli di Re Lazzarone e di Re Nasone affibbiatigli dai lazzari (o anche lazzaroni), cioè dai ragazzi della classe popolare di Napoli che il sovrano in giovane età abitualmente frequentava.

Poi la breve parentesi del dominio del Primo Impero Francese, dal 1806 al 1815. Napoleone Bonaparte promosse l'occupazione definitiva del napoletano e dichiarò quindi decaduta la dinastia borbonica nominando nuovo Re di Napoli il fratello Giuseppe. In questo periodo il Re Ferdinando continuò a regnare de facto sulla Sicilia e perse solo il regno napoletano. Nel 1808 l'Imperatore Napoleone preferì affidare al fratello Giuseppe il trono di Spagna, a succedergli scelse il marito di sua sorella Carolina, il Maresciallo di Francia e compagno d'armi di lungo corso Gioacchino Murat. Napoleone attribuì al cognato il titolo puramente formale di Re delle Due Sicilie per reclamare anche la sovranità sull'isola di Sicilia; nei fatti il dominio di Murat era limitato alla parte continentale e non arrivò mai a comprendere la Sicilia, che rimase invece sotto l'autorità di Ferdinando.

Al crollo dell'Impero napoleonico e dopo il brevissimo periodo della Repubblica napoletana (l'ostilità del popolo, sobillato dagli agenti della monarchia e del clero, e l'azione delle bande armate al servizio dei Borbone fecero cadere la Repubblica in pochi mesi), Ferdinando rientrato a Napoli nel 1815 perseguì un rigido accentramento. Un anno dopo il congresso di Vienna ed al Trattato di Casalanza, il sovrano soppresse il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia riunendo in un'unica entità statuale le due monarchie attraverso la “Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie” dell'8 dicembre 1816. Prese il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Al momento dell'istituzione del Regno delle Due Sicilie la capitale fu fissata in Palermo, ma l'anno successivo fu spostata a Napoli; la Sicilia vide scomparire la propria autonomia. Fu sovrano di tale regno fino al 1825. 
Poi Francesco I di Borbone, figlio di Ferdinando I delle Due Sicilie, fu Francesco I delle Due Sicilie dal 1825 al 1830.

Poi Ferdinando Carlo Maria di Borbone, figlio di Francesco I delle Due Sicilie, divenuto Ferdinando II delle Due Sicilie dal 1830 al 1859 (dal gennaio 1848 al maggio 1849 non regnò sulla Sicilia proclamatasi indipendente con la Rivoluzione siciliana del 1848).

La rivoluzione siciliana iniziò il 12 gennaio 1848. Fu una rivoluzione a grandissima partecipazione popolare e in tempi brevissimi fu convocato il Parlamento siciliano con le modalità fissate dalla Costituzione del 1812. Tale rivoluzione portò alla proclamazione di un nuovo Regno di Sicilia (detto anche Stato di Sicilia): fu dichiarata decaduta la dinastia regnante (i Borbone delle Due Sicilie) e furono solennemente proclamate l’indipendenza e la sovranità della Sicilia. Si costituì un esercito siciliano e si iniziò a costituire una flotta militare. Furono organizzate in tutta la Sicilia milizie popolari e squadre di volontari. Il popolo siciliano acquisì consapevolezza dei propri diritti e della propria identità nazionale, identità diversa da quella napoletana per lingua e per cultura. Il termine “Antudo” venne utilizzato anche durante durante tale rivolta antiborbonica. Alla fine di marzo del 1849 Ferdinando II fu costretto a concedere una Costituzione per porre termine alla secessione, una Costituzione diversa rispetto a quella napoletana con un parlamento separato e l'abolizione della promiscuità d'impiego nella pubblica amministrazione, tra siciliani e napoletani. Il nuovo Statuto stabilì anche l'amnistia per i reati politici. Ciò non bastò ai siciliani e respinsero le proposte del re. Così Messina venne assediata dalle truppe borboniche e semidistrutta dopo una serie di bombardamenti durati otto mesi, da gennaio a settembre del 1848; vi furono centinaia di morti. L'assedio di Messina valse al sovrano il soprannome di “Re Bomba”. L'indipendenza della Sicilia durò fino al 15 maggio del 1849 quando le truppe napoletane entrarono a Palermo ponendo fine alla secessione dell’isola e ripristinando l'assolutismo del re. Tornò in uso la tradizionale bandiera nazionale bianca con lo stemma dei Borbone.

I Borbone rimasero al potere fino al 1861 con Francesco II di Borbone, figlio di Ferdinando II delle Due Sicilie, diventato Francesco II delle Due Sicilie dal 1859 al 1861, anno durante il quale vi fu l'annessione al nascente Regno d'Italia.

Facendo un semplice calcolo si può notare che il Regno di Napoli (dal 1282 quando la parte continentale diventò entità autonoma con Carlo I d'Angiò, alla breve parentesi di Alfonso I di Napoli nel 1442 fino ad arrivare a Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1816) è stato indipendente per cinquecentotrentaquattro (534) anni, poco più di cinque secoli; mentre unito alla Sicilia come unica entità statuale, formando appunto il Regno delle Due Sicilie, solo per sessantuno (61) anni, dieci (10) mesi e venticinque (25) giorni.

Qui di seguito il calcolo del Regno delle Due Sicilie:

Alfonso I di Napoli, dal 2 giugno 1442 al 27 giugno 1458 = 16 anni, 25 giorni;

Ferdinando I delle Due Sicilie, dal 12 dicembre 1816 al 4 gennaio 1825 = 9 anni, 23 giorni;

Francesco I delle Due Sicilie, dal 4 gennaio 1825 all'8 novembre 1830 = 5 anni, 10 mesi, 4 giorni;

Ferdinando II delle Due Sicilie, dall'8 novembre 1830 al 22 maggio 1859 (tranne dal 12 gennaio 1848 al 15 maggio 1849 periodo durante il quale non regnò sulla Sicilia = 1 anno, 4 mesi, 3 giorni) = 28 anni, 2 mesi, 11 giorni;
Francesco II delle Due Sicilie, dal 22 maggio 1859 e deposto il 13 febbraio 1861 = 2 anni, 8 mesi, 22 giorni.

Ma la storia in che modo viene fatta conoscere? Sicuramente in modo non corretto e privo di storicità. La ricerca storica si basa su documenti, cercando la verità, non sulle opinioni personali. L'analisi storica, occupandosi della comprensione della grande mole della storia umana accaduta nel corso dei millenni, ritiene irrilevanti, seppur importanti dal senso comune, fatti svoltisi in pochissimi anni soprattutto senza un continuum. Fatti accaduti in modo limitato nel tempo possono essere considerati fatterelli sul piano della storia plurisecolare. Si apprezza forse una bella spiaggia o un singolo granello di sabbia? Anche in astronomia mille o diecimila chilometri sono irrilevanti date le enormi, astronomiche, distanze tra una stella ed un'altra (non a caso si usano gli anni luce per calcolare le distanze).

Nemmeno poco più di sessant'anni di Regno delle Due Sicilie possono essere presi in considerazione, rinnegando e annullando la storia plurisecolare (più di cinque secoli) del Regno di Napoli separato per lingua e per cultura dal Regno di Sicilia. Dicasi lo stesso per la bandiera del Regno delle Due Sicilie (la bandiera bianca con lo stemma borbonico) che, oltre ad essere di ordinamento monarchico e quindi anacronistica, è espressione visibile dell'assoggettamento che ha subito la Sicilia da parte di Napoli. In tanti video e foto ho notato quanta ignoranza esista tra i cosiddetti “patrioti” delle Due Sicilie. Tutti sventolano la bandiera del Regno delle Due Sicilie senza avere un minimo di consapevolezza del vessillo che hanno tra le mani. L'esatta bandiera è quella con lo stemma borbonico posizionato verso l'asta e non al centro. Il giovane e ingenuo Francesco II delle Due Sicilie, re da poco più di un anno, aveva addirittura cambiato la bandiera (adottata il 21 giugno 1860 fino al marzo del 1861) dando ospitalità al tricolore italiano posizionando lo stemma reale al centro (sul colore bianco) tra i colori verde e rosso. Qualcuno alcuni anni fa, privo di conoscenze storiche ma provvisto di tanta stupidità, ha commercializzato quest'ultima bandiera eliminando i colori verde e rosso e lasciando lo stemma borbonico al centro. Cari “patrioti” delle Due Sicilie, disprezzate tanto il tricolore italiano e poi indirettamente sventolate la bandiera italiana/borbonica del periodo 1860-1861. La vostra ignoranza è tale che non ve ne rendete conto. Così in giro sventolano due tipi di bandiere del Regno delle Due Sicilie: una versione del periodo borbonico (lo stemma posizionato verso l'asta) che rappresenta la sottomissione del popolo siciliano; l'altra versione, quella più diffusa tra i “patrioti”, del 1860-1861 (lo stemma posizionato al centro) che rappresenta l'illusione garibaldina di Francesco II delle Due Sicilie. Ma la storia non insegna proprio nulla? Oggi molte persone, prive di spirito critico o senza una minima preparazione culturale, sventolano questa bandiera ignorando quello che realmente rappresenta; è solo una stupida moda del momento diffusa per emulazione.

La maggior parte dei napoletani (i cittadini dello Stato di Napoli) devono farla finita una volta per tutte di “fare i conti senza l'oste” decidendo il destino della Sicilia e imponendo (il voler ripristinare il Regno delle Due Sicilie) storia, cultura e politica napoletane, soprattutto del periodo borbonico, al popolo siciliano. I napoletani pensassero allo Stato di Napoli, alla Sicilia ci penseranno i legittimi cittadini: i siciliani.

Sicilia indipendente e repubblicana. Napoli indipendente e repubblicano.

 

D'Andrea Claudio, indipendentista napoletano