Popolo Siciliano "Origine"

U POPULU SICILIANU

le Origini del Popolo Siciliano

I SICANI

Nel versante occidentale dell’Isola si stabilirono i Sicani, di stirpe mediterranea. Secondo Tucidide, era una popo­lazione di origine iberica, poiché nell’antica Spagna esisteva un fiume di nome Sicano.

Probabilmente dopo una lunga migrazione si stanziarono dapprima nella Sicilia orientale, e successivamente in quella centro-occiden­tale (dando il nome ai monti Sicani).  Le fonti antiche favoleggiano del terrore provato dai Sicani per le eruzioni dell’Etna, che li mosse a lasciare le terre della prima conquista. Più verosimilmente furono sospinti verso l’interno dall’invasione di una nuova popolazione i Siculi.

I Sicani sono descritti come un popolo violento e guerriero, che praticava la schiavitù e cre­mava i cadaveri. I loro centri maggiori sono da identificare in Erbesso e Halycia, di incertissima identificazione; in Càmico, capitale del leggendario regno di Còcalo e fortificata da Dedalo, che volando raggiunse da Creta la Sicilia (Càmico potrebbe identificarsi con Siculiana); in Iccara, distrutta dagli Ateniesi capitanati da Nicia nel 415 a.C. (forse l’attuale Carini).

 

I SICULI

Dopo i Sicani erano arrivati i Siculi, anch’essi provenienti dall’Oc­cidente. Dall’Italia, ‘dove abitavano, messi in fuga dagli Opici, erano infatti passati in Sicilia su delle zattere, come si poteva pensare e co­me si raccontava (anche queste .notizie apprese. quindi da Tucidide in via diretta o indiretta da fonte sicula). Passati dunque in Sicilia .in gran numero, i Siculi ne occuparono e abitarono le zone più fertili, dopo aver vinto in battaglia i Sicani che costrinsero a ritirarsi nelle regioni meridionali e occidentali. Divenuti il popolo più numeroso e più forte, la Sicilia dal loro nome da Sicania si chiamò Sicilia.

Possiamo affermare con sicurezza che i Siculi furono certamente le popolazioni eneolitiche. Che si siano attestati nella Sicilia orientale è dimostrato da precisi do­cumenti, costituiti dalle ceramiche, dai bronzetti e dalle iscrizioni che essi ci hanno lasciato in quella zona. I Siculi, di stirpe osco-ausonica, presentano inoltre elementi comuni alla civiltà ligure, ma una religione propria, con il culto dei Palìci e quello di Adrano, che simboleggiano fenomeni vulcanici.

Il dato fondamentale, che ci permette di affermare con sicurezza che i Siculi erano una popolazione indoeuropea, è costituito dalle testimonianze linguistiche che essi ci hanno lasciato.

Sono di origine sicula vari toponimi

- Messina denominata Zankle cioè falce;

- Catania, il cui nome deriva dal siculo Katane, che significa «scorticatoio, grattugia», dal terreno lavico su cui sorge;

- Siracusa chiamata Sùraka, che indica «abbondanza d’acqua» per la vicinanza dei fiumi Anapo e Ciane, del torrente Mammajabica e degli acquitrini detti Margi.

La civiltà dei Siculi si suole suddividere in quattro periodi:

1. dal 1270 al 1000 a.C., identificato nelle necropoli nord e nord-ovest di Pantàlica (Siracusa);

2. dal 1000 all’850 a.C., identificato nella necropoli di Cassibile (Siracusa), nei cui pressi è stato firmato l’armistizio italiano con gli angloamericani nel set­tembre 1943, che segnò la fme della seconda guerra mondiale per la Sicilia;

3. dall’850 al 730 a.C., identificato nella necropoli sud di Pantàlica, e nelle tombe più antiche del monte Finocchito presso Noto (Siracusa);

dal 730 al v secolo aC., identificato nelle tombe più recenti del monte Finocchito (Siracusa), e nelle necropoli di monte Bubbonìa (Caltanissetta), di Sant’Angelo Muxaro (Agrigento) e di Licodia Eubea (Catania).

 

GLI ELEMI

La loro origine è del tutto sconosciuta. Sembra attestato che gli Elimi non originassero da popolazioni greche (da qui la rivalità con la polis di Selinunte), ma fossero una mescolanza tra popolazioni autoctone, egee e forse liguri. 
Elimo, nella mitologia greca, era un figlio illegittimo di Anchise. Al seguito d’Enea giunse in Sicilia. Ebbe diversi figli. Ma il racconto mitologico va oltre. Infatti narra che il principe Elimo, alla caduta di Troia, nel 1184 a.C, prese il mare con un gruppo di compagni verso la Sicilia, dove attraccò nella regione del Crimiso. Loaccompagnava l’amico Aceste. Dalla città distrutta partì anche il principe Enea con una ventina di navi e circa tremila troiani. Sbarcati a Trapani, i due gruppi finirono per ritrovarsi. La leggenda narra che, per onorare l’incontro, fondarono due città: dal nome Elima ed Egesta. Quest’ultima, successivamente, divenne Segesta, mentre Elima diede il nome alla regione, Elimica, e alla popolazione del luogo: gli Elimi.
Tuttavia, diverse fonti storiche, quali Ellanico e Dionisio di Alicarnasso, attestano la presenza di una popolazione autoctona, che conviveva con quella dei Sicani, “prima” dell’arrivo dall’Asia dei troiani. D’origine italica (forse genti scacciate dagli Enotri), o provenienti dalla Frigia, queste popolazioni si erano già insediate nella Sicilia occidentale già prima del sorgere della potenza militare di Micene. In questo periodo precedente si registrarono flussi di genti, provenienti dall’Epiro e dall'Illiria, verso il Veneto e la Liguria e da qui in direzione dell’Italia meridionale. E’ altrettanto probabile che non si formassero vere e proprie città, ma che vi fossero residenze diffuse sul territorio, con riferimenti a templi sacri, dedicati a divinità quali Afrodite dai Greci, Astarte dai Fenici, o Cibele dai Frigi, presso il monte di Erice.
I maggiori storici antichi attestano la derivazione troiana, o comunque Anatolica, degli Elimi. Ce lo confermano, infatti, sia  Tucidite che Plutarco.

Le principali città fondate dagli Elimi furono Erice (l’antica Erix), Segesta, Entella (nell’entroterra di Palermo) e Iaitias (nei pressi di San Giuseppe Iato).
La città più importante per gli Elimi fu senz’altro Segesta, che, infatti, fungeva a centro politico ed amministrativo del loro territorio. Fu in continua disputa con la polis greca di Selinunte e in genere con le popolazioni d’origine greca (sconfisse Selinunte nel 580 a.C.). Ciononostante, dagli scavi archeologici si attesta una forte influenza culturale ellenica a Segesta. Si sono rinvenuti un tempio dorico e un teatro d’origine greca alla sommità del Monte Barbaro. Coincidente con il porto di Castellammare del Golfo era situato l’emporiumdella città.
L’importanza di Erix era, invece, collegata alla religione. Il loro centro sacro, situato sul monte che domina l’odierna Trapani, faceva perno sul santuario di Afrodite, denominata Astarte dai Fenici e, successivamente, Venere dai Romani. Nel tempio si praticava la prostituzione sacra. L’emporium di Erix era posto sul mare aDrepanon (l’antica Trapani).

 

I FENICI

Sempre seguendo la descrizione di Tucidide, possiamo dire che anche i Fenici erano venuti dall’Oriente e si erano insediati qua e là per tutta la Sicilia, occupando i promontori sul mare e le isolette vi­cine alle coste, solo interessati ad avere buoni rapporti commerciali con i Siculi e i Sicani.

Quando però vennero in gran numero i Greci, essi sgombrarono la maggior parte dei siti costieri occupati. Secondo la testimonianza di Tucidide «abban­donarono la maggior parte dell’isola», è evidente che ciò avvenne pacificamen­te, senza alcuna guerra tra Greci e Fenici, perché questi ultimi, dato il carattere commerciale e pacifico della loro penetrazione in Sicilia, preferirono concen­trarsi nella parte occidentale dell’isola.

Si accentrarono, pertanto, a Mozia, Solunto e Panormo, dove abita­rono, rassicurati dall’alleanza con gli Elimi e dal fatto che quel punto della Sicilia distava pochissimo da Cartagine.