Movimento di Liberazione Nazionale

movimenti di liberazione nazionale sono Soggetti di Diritto Internazionale qualificati dalla loro legittimazione internazionale basata sul diritto all'Autodeterminazione di un Popolo (popolo siciliano)

Vengono pertanto riconosciuti a motivo dei loro scopi, quali.

·         la lotta per liberarsi della Dominazione coloniale.

·         la lotta per liberarsi da un regime Razzista.

·         la lotta per liberarsi da un’occupazione straniera.

Un movimento di liberazione nazionale agisce in nome di un intero Popolo; come aggregato organizzato di Individui diviene destinatario legittimo delle norme del diritto internazionale; il più delle volte trattasi di un gruppo di esseri umani uniti da vincoli:

·        Etnici.

·        Religiosi.

·         Culturali.

·         Storici.

Il compito di procedere al riconoscimento dei movimenti di liberazione nazionale spetta in via generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Ad un movimento di liberazione nazionale viene riconosciuto - tra gli altri - il diritto di usare la forza contro l’oppressore, e di combattere la cosiddetta guerra di liberazione per l'ottenimento dell'indipendenza. Il movimento di liberazione nazionale necessita di una qualche forma di Organizzazione, ovvero di una qualsiasi struttura: questa è legittimata ad agire a suo nome sul piano internazionale. L’articolo 96.3 del Primo protocollo di Ginevra del 1977 dispone infatti che i popoli, come tutti i soggetti di Diritto Internazionale (ivi compresi i Movimenti di Liberazione Nazionale), devono disporre di un apparato istituzionale (Guvernu Pruvvisoriu) che possa gestire le loro relazioni sul territorio e in ambito Internazionale.

 

Preliminare all'esistenza di un movimento di liberazione nazionale è l'esistenza di una questione nazionale, vale a dire di un problema di dipendenza -economica, politica, culturale....- di una determinata nazione da un colonialismo o da un imperialismo

Una breve spiegazione solo sul concetto di nazione che va differenziato da quello di Stato. Nazione indica una comunanza culturale (che si esplica in una lingua, tradizioni, mentalità e modo di vivere, cucina, eccetera) tra gli abitanti di un determinato territorio. Un concetto dunque a nostro avviso egualitario (attenzione: non di eguagliamento), che incorpora cioè una parità di dignità e diritti tra gli appartenenti alla nazione, da concretare sul terreno economico e sociale nella costruzione di un sistema che si prefigga il soddisfacimento di interessi appunto "nazionali", "collettivi", e non lo sfruttamento dei pochi sui molti come attuato dallo stato italiano.Il concetto chiave di nazionalità è però insufficiente se non si completa con quello distinto, ma necessario, di cittadinanza.

Il grado di dipendenza di una nazione può ovviamente manifestarsi a vario grado. Può sussistere in maniera evidente in tutti gli ambiti sopra indicati oppure essere evidente solo per alcuni di essi e più mascherato in altri. Così si può andare dalle "nazioni senza Stato" (Paesi Baschi ad esempio), ad altri (Afghanistan, Iraq,...) che ricordano vecchie pratiche (mai sopite con tali modalità) imperialiste, che anzi si integrano con quelle nuove e più sottili di tipo ad esempio finanziario come nei casi di paesi apparentemente indipendenti quali l'Italia (dipendenza a tutto campo dagli USA e da quello che riteniamo essere un suo vassallo, l'Unione Europea) quindi di riflesso anche noi colonizzaziti di fatto dallo stato italiano.

Il controllo dei luoghi della produzione e distribuzione delle risorse energetiche significa controllare l'economia dei paesi che da quelle energie dipendono.

Una prospettiva di indipendenza nazionale, come vedi, non può non investire –e valga come esempio– la stessa questione energetica e, nel farlo, non deve, a nostro avviso, eludere nemmeno ricadute e problematiche di natura ambientale che, riflettendosi nella nazione, concorrerebbero al benessere della natura su scala planetaria. Questo per darvi un’idea di quanto possa esserci in termini di necessaria liberazione e sovranità (effettiva) nazionale, dietro concetti e valori che sembrerebbero soltanto culturali. 

L’esistenza di una questione nazionale negata è dunque la causa del sorgere di un movimento di liberazione nazionale. Questa negazione, quindi, può essere a tutto campo oppure apparentemente limitarsi all’ambito politico-economico (che poi, inevitabilmente, investe anche quello culturale o addirittura presuppone una colonizzazione culturale, vedi ad esempio il significato che hanno, nel dominio sociale dei paesi subalterni, le forme di italianizzazione del costume, della politica, della cultura, eccetera, per rendere le popolazioni più ricettive al dominio reale, effettivo, pervasivo dei poteri allocate a Roma.

A nostro avviso, il concetto di indipendenza nazionale, che implica sovranità e non significa autarchia, va legato al suo consustanziale corollario di liberazione nella formazione sociale interna, che dà pienezza ed effettivo significato a quel concetto.

Che senso avrebbe, in termini di liberazione appunto, una lotta per la conquista di una indipendenza dall’esterno quando poi sul piano interno si riproponessero similari modalità di sfruttamento e prevaricazione? L’ottica indipendentistica che stiamo sviluppando in termini giuridici oltre che di intervento territoriale (quest’ultimo sulla base delle nostre forze) concepisce l’idea di liberazione in modo globale.

Pensiamo, ad esempio, alla questione geopolitica –nelle relazioni internazionali– delle teorie dei “grandi spazi” che si vorrebbero intrinseci alla cosiddetta, prescrittiva e mistificante “globalizzazione” o anche alla questione delle modalità di opposizione, resistenza e contro-offensiva che risultino efficaci rispetto all’imperialismo italiano in questa fase egemone. A rischio di essere sbrigativi, ma chiari –perlomeno in questa missiva– nessuna accettazione di nessun blocco geopolitico da “grande spazio” né europeo né altro.

Ogni questione (e movimento di liberazione) nazionale va dunque esaminato concretamente, scendendo nel merito del progetto di cui è portatore, comprendendo il contesto storico e sociale inevitabilmente differente da paese a paese, eccetera.

Ogni movimento di liberazione nazionale ha le sue proprie peculiarità e bisogna analizzare ogni caso concreto, avendo anche la lucidità di aver presente lo scenario internazionale per meglio intervenire nella costruzione di un processo di liberazione.

Quel che è certo, è che il posto che un movimento di liberazione nazionale finisce con l’occupare nello spazio del diritto internazionale scaturisce dall’affermazione di sé e dalla sua capacità di farsi forza sovrana.