Antonio Canepa

il MLNSikulo in occasione della ricorrenza del 70° anniversario della morte dei nostri Patrioti e Padri Indipendentisti,  ha depositato una targa in onore di ANTONIO CANEPA, Giuseppe Lo Giudice, Carmelo Rosato e Francesco Ilardi, una targa che non ha nessun valore economico, ma che da parte nostra esprime tutto l’affetto fraterno per i nostri  Patrioti E NOSTRI PADRI INDIPENDENTISTI che hanno donato la sua stessa vita per la causa indipendentista della nostra Madre Terra di Sicilia.

oggi noi la deponiamo qui, in questo luogo, dove loro riposano in gloria, da dove tutti noi dobbiamo prendere insegnamento, ideologie, coraggio e amore sfrenato per la nostra Madre Terra di Sicilia.
dobbiamo ripartire da dove lasciarono loro, tutti uniti sotto un’unica bandiera, in un’unica ideologia, in un unico obbiettivo ridare alla nostra Madre Terra il posto che le spetta di diritto, il posto che ha occupato da millenni, noi oggi siamo più che consapevoli che sia arrivato il momento di porre la Sicilia tra le potenze della terra come Nazione-Stato Indipendente, in rispetto alle norme del Diritto internazionale e al nostro iddio che gliene danno il sacrosanto diritto, così da non rendere vano il suo sacrificio. 
un luogo che appartiene a tutti i siciliani, a tutti i siciliani che hanno la Sicilia nel cuore e la triscele nel dna.
loro sono fratelli di sangue a tutti noi, a tutti quelli che lottano per far rinascere la nostra Madre Terra, a tutti quelli che vogliono renderla Nazione-Stato Indipendente, a tutti i Siciliani.
perche non si può parlare di Sicilia o di indipendentismo siciliano, senza rendere onore e gloria a loro
che iddio li abbia in gloria, animus tuus dominus
 

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Antonio Canepa nacque a Palermo il 25 ottobre 1908, da Pietro e da Teresa Pecoraro. 

E' stato uno dei nostri Padri Indipendentisti, professore universitario e comandante del glorioso EVIS (per chi non lo conoscesse,forse anche tanti) "esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia" conosciuto nel campo con il pseudonimo di Mario Turri, studiò presso i gesuiti a Palermo e poi al collegio Pennisi ad Acireale.

Nel 1930 Canepa si laureò in giurisprudenza all'università di Palermo con una tesi di filosofia del diritto dal titolo Unità o pluralità di ordinamenti giuridici?, nella quale appaiono già con chiarezza tesi politiche antifasciste.

Durante il servizio militare, prestato a Palermo, iniziò l'attività pratica di opposizione al regime, che si concretò inizialmente nei legami stretti con un gruppo di antifascisti settentrionali (Attinelli, Vittoriano Massolo, Davide Turrone, Biglieri ed altri). Con essi formò un gruppo omogeneo per orientamento ideologico, più tardi chiamato dei "sanmarinesi", con i quali studiava l'attuazione di un colpo di mano nella Repubblica di San Marino, per dimostrare l'esistenza sul territorio Italiano di forze contrarie al regime fascista.

Questo piano, che doveva concretamente essere messo in atto nei primi di giugno del 1933, consisteva nel far convergere nella Repubblica alcuni gruppi provenienti da varie parti d'Italia, occupare i posti di polizia locali, impadronirsi della radio, catturare la famiglia fascista Gozzi, che a San Marino deteneva il potere, impadronirsi del tesoro pubblico (destinato a finanziare l'antifascismo all'estero), emettere via radio una serie di comunicati antifascisti, quindi, dopo ventiquattro ore di occupazione, possibilmente riparare in Svizzera.

Il complotto tuttavia fallì, in seguito all'arresto del fratello di Canepa, Luigi, che era stato trovato in possesso dei piani dell'occupazione, durante un suo soggiorno di ricognizione a San Marino. Subito dopo le autorità fasciste operarono altri venti arresti fra cui quello dello stesso Canepa.

Dimesso dalla casa circondariale nel 1935 Canepa rinunciò, temporaneamente, all'attività di aperta opposizione al fascismo ed iniziò una attività di ricerca e di studio. Già nel 1937 pubblicò a Roma in tre volumi il Sistema di dottrina del fascismo. Benché quest'opera venisse lodata dalla rivista ufficiale Gerarchia (XVIII [1938], 8, p. 580) e nonostante il titolo, essa era costruita con un abile taglio per la propaganda di idee democratiche antifasciste, con amplissime citazioni di opere proibite, specie marxiste. Questa caratteristica non sfuggiva al Popolo d'Italia, che le dedicò un corsivo molto polemico.

Nel 1937 Canepa otteneva l'incarico di storia delle dottrine politiche e di storia dei trattati e politica internazionale, all'università di Catania.

Allo scoppio della guerra Canepa era in prima linea nell'attività antifascista: rappresentava infatti i nuclei Sicilia e Libertà a Catania: si trattava delle prime organizzazioni di orientamento indipendentista, convinte della necessità di azioni armate contro il fascismo.

Sin da questa prima fase il Canepa rappresentò l’ideale indipendentista siciliano e, con tale orientamento, pubblicò, a Catania, nel 1942, un opuscolo che ebbe larga diffusione a Catania, ma anche a Messina e a Palermo. Il titolo di tale opuscolo era La Sicilia ai siciliani e venne pubblicato con lo pseudonimo di Mario Turri.

In esso, dopo una ricostruzione delle vicende storiche dell'isola Canepa afferma che "la Sicilia si è trovata male sotto qualunque governo che non fosse siciliano. E si è trovata malissimo sotto il governo italiano. E si è trovata ancora peggio, peggio che mai, sotto il governo fascista", e conclude affermando "Non si può continuare come per il passato. Per noi siciliani è questione di vita o di morte. Separarci o morire".

Argomentazione centrale di Canepa in questo scritto è inoltre quella che l'indipendenza siciliana sia lo strumento indispensabile per il progresso delle classi inferiori. In questa idea sta anche il nucleo dell'indipendentismo Socialista Popolare rappresentato da Canepa.

Tale concezione sarà però destinata a scontrarsi con il separatismo dell’ala latifondista del MIS (movimento indipendentista Siciliano) di Andrea Finocchiaro Aprile, e sarà molto verosimilmente, l'origine dell’assassinio stesso di Canepa.

L'attività pubblicistica era però la parte meno importante dell'azione antifascista di Canepa, dalla fine del 1942 alcuni gruppi da lui diretti iniziarono azioni armate contro installazioni fasciste e germaniche. In tal modo, sempre per iniziativa di Canepa, prese corpo il primo nucleo dell'E.V.I.S. (Esercito volontario per l'indipendenza siciliana). Fra le azioni di rilievo compiute in questa fase va annoverato soprattutto il sabotaggio compiuto all'aereoporto di Gerbini, presso Catania, importante base aerea germanica per le incursioni sulla isola di Malta, un mese prima dello sbarco alleato in Sicilia.

Alla fine del 1944, a Catania riprese il suo posto di professore universitario, rimanendo sempre a capo dell’EVIS, al quale egli affidò, in opposizione alla maggioranza moderata dell'indipendentismo siciliano, un ruolo decisamente rivoluzionario. 

Purtroppo a soli 37 anni Antonio Canepa il 17 giugno 1945 fu assassinato in un’imboscata in contrada “Murazzu Ruttu” nei pressi di Randazzo sulla strada statale 120 in circostanze non del tutto chiare per chi non vuol vedere, circostanze da parte nostra chiarissime, insieme a lui morirono altri due Patrioti Carmelo Rosano 22 anni, Giuseppe Lo Giudice 18 anni, sul luogo dell’eccidio sorge un monumento dedicato ai Patrioti dell’EVIS.

 

Antonio Canepa, Giuseppe Lo Giudice, Carmelo Rosano è Francesco Ilardi sono sepolti nel cimitero di Catania nel posto dove per primi gli compete, nel viale dei Siciliani Illustri, noi aggiungiamo dei Siciliani veri, Siciliani Consapevoli di cosa significhi Esserlo.

 

che DIO li abbia in Gloria................