PRESIDENZA: Statuto Siciliano - tra valore giuridico cimelio storico e cavallo di battaglia dei politicanti.

Statuto Siciliano
accettato da Umberto II 
Regio Decreto Legislativo n°  455 del 15 maggio 1946.

Carta Statutaria che poneva e pone la Sicilia nella forma giuridica di Stato Federato allo Stato Centrale italiano

Statuto, tra valore Giuridico e Legislativo, Cimelio Storico a Cavallo di Battaglia come programma politico e partitico nella campagne elettorali di tutti i politicanti Siciliani.

 

Per parlare di Statuto Siciliano, bisogna ripartire dalle sue origini, dal suo valore giuridico e legislativo originale e quello di oggi, dalla sua attuabilità nel presente e dell’uso che oggi ne fanno i politicanti Siciliani che rappresentano quell’assemblaggio di partiti o movimenti politici autonomisti, separatisti, sicilianisti o pseudo indipendentisti.

Lo Statuto Siciliano è il frutto di un ‘accordo e dall’ACCETTAZIONE di Umberto II re d’italia, tra l’allora Stato del Regno d’italia e la vigente classe politica Siciliana interpretata dal MIS (movimento per l’indipendenza siciliana) movimento separatista più che indipendentista, accordo atto a smorzare e reprimere quell’indipendenza Siciliana già quasi acquisita dopo una vera e propria guerra di indipendenza Siciliana, lotta armata portata in essere dall’EVIS (esercito volontario per l’indipendenza siciliana) tra il 1943 e il 1950, unico è solo movimento indipendentista Siciliano ad oggi, sotto la regia l’idealismo “Social Popolare” del nostro unico padre indipendentista Antonio Canepa, portata avanti dopo la sua morte nel 1945, dai suoi discendenti tra cui i più noti Concetto Gallo, Attilio Castrogiovanni e  Salvatore Giuliano.

Andrea Finocchiaro Aprile, padre dello Statuto Siciliano, forte della pressione esercitata dall’EVIS nei confronti del regio Stato italiano , nel marzo del 1944 tento la strada dell’autodeterminazione come diritto all’indipendenza della Sicilia, sotto l’ala protettiva del regno unito inviando una lettera e memoranda a W. Churchill, A. Eden, C. Hull, Giorgio VI, Pio XII, Ch. de Gaulle) affinché fosse accolta in sede internazionale la richiesta di indipendenza. Nel perorare la causa indipendentistica, egli avanzava ai diversi destinatari profferte in contrasto tra loro, prospettando scenari in cui la Sicilia era destinata ad entrare nell'orbita inglese oppure americana, ad essere una repubblica oppure una monarchia, ad accogliere insediamenti economici di questo o quel paese. In una lettera al re d'Inghilterra, Giorgio VI, il F. giunse a prospettare "l'opportunità di annettere al nuovo stato siciliano territori dell'Africa settentrionale".
Quel progetto falli, contemporaneamente fu sciolto l’EVIS, i suoi membri furono graziati a patto che la lotta armata deponesse le armi e l’EVIS non fosse mai più ricostituito, da qui Finocchiaro Aprile svolto la sua politica indipendentista in quella politica federale che portò alla nascita dello Statuto Siciliano, spinto anche della politica unitaria ma federalista delle forze alleate che già avevano intrapreso dei rapporti con il CNRI (comitato nazionale resistenza italiana) e con il suo governo provvisorio, da li nacque con lo Statuto Siciliano una mezza vittoria che poneva la Sicilia come stato Federato allo Stato centrale italiano, Stato che riconosceva tutte le strutture istituzionali Siciliane Parlamento e Governo, e tutte le sue competenze giuridiche e legislative recise all’interno dello stesso Statuto, il tutto deciso all’interno di una situazione politica istituzionale italiana confusionaria e senza punti di riferimento solidi.

Nel 1947 fu indetto un referendum che chiamava a tutti gli “italiani” a decidere se avrebbero voluto un’italia repubblicana o rimanere sotto l’egida della monarchia savoiarda, da quel referendum usci quel falso plebiscito che gridava alla repubblica, il re fu esiliato e nacque la neonata repubblica italiana.

Nel gennaio 1948 esattamente il 30-31, fu indetta a Roma un’Assemblea Costituente dove i deputati parlamentari erano invitati per INTEGRARE quella Carta Statutaria Siciliana all’interno della neonata Costituzione italiana, lo Statuto Siciliano doveva essere integrato come da regio decreto legislativo n°455 del 15 maggio 1946, un’operazione facile è veloce, bastava integrare all’interno della costituzione un unico articolo;
“la Sicilia è annessa alla Repubblica Italiana come Stato Federato regolato dal suo Statuto come disposto dal Regio Decreto Legislativo n° 455 del 15 maggio 1946, lo stesso viene integrato come legge costituzionale all’interno della Costituzione della Repubblica Italiana.”

Ma purtroppo in quell’Assemblea Costituente non andò così, quella Carta Statutaria fu riscritta, depotenziata del 90% del suo valore giuridico e legislativo e messa ai voti, accostandola alle altre autonomie regionali CONCESSE dal nascente governo Nazionale italiano in quell’assemblea costituente, quindi si rimetteva ai voti una Carta Statutaria scritta con il sangue dei nostri Patrioti Siciliani, ma trasformata in un’autonomia regionale a pari delle altre autonomie concesse il logo e racchiuse su un unico Art. costituzionale Art. 116 della nascente Costituzione italiana, frutto di inciuci politici-economici dei rappresentanti di quelle regioni presenti in quell’assemblea con le rappresentanze delle massime cariche di governo e dello stato italiano.

Qui la votazione;
Le due votazioni si svolgeranno con voto segreto.

I° votazione
favorevoli o contrari agli emendamenti Enaudi.
presenti e votanti:334
maggioranza: 168
voti favorevoli agli emendamenti Enaudi: 201
voti contrari: 133
l’Assemblea approva.

II° votazione
l’inserimento dello Statuto Siciliano all’interno dell’Art. 116 della costituzione italiana.
Presenti 287
votanti: 286
Astenuti: 1
Maggioranza: 144
Voti favorevoli: 232
Voti contrari: 54
l’Assemblea Approva.

Se Finocchiaro Aprile come presidente e rappresentante del MIS fino a quel momento aveva lottato per quel federalismo che fu una conquista a meta, gli stessi deputati del MIS, tranne Li Causi, Concetto Gallo e Finocchiaro aprile che cercarono in tutti i modi di difendere quello Statuto fino alla fine, eletti dal Popolo Siciliano nel 47, svendettero in quell’Assemblea Costituente quella Carta Statutaria scritta con il sangue dei Patrioti Siciliani, il 90% di quei deputati del MIS eletti dal Popolo Siciliano, tradirono il Popolo passando tutti nelle file dei partiti Nazionali Italiani, in gran parte nelle file di DC (democrazia cristiana) e PC (partito comunista italiano).

non fu una vittoria ma una sconfitta del Popolo Siciliano frutto del tradimento della casta politica Siciliana allora in maggior parte Missiana.

 

Le conclusioni  nell’ultimo intervento che Finocchiaro aprile fece in quell’Assemblea Costituente a Roma;

 

“”Concludendo, io dichiaro di non accettare nulla del nuovo Statuto. Non lo accetto, non solo perché la Commissione è andata assai oltre le funzioni assegnatale ed compiuto un eccesso di poteri (che solo uno Stato “democraticamente”totalitario poteva permetterselo: e se lo è permesso!), ma perché dire ai siciliani che è stato sostituito lo Statuto originale siciliano e fare sapere che si sono soppressi quasi tutti i poteri, che per effetto del nostro Statuto speciale, già attribuiti alla Sicilia, e dei quali essa già ne ha goduto fino adesso, significherebbe turbare profondamente e con gravi conseguenze il sentimento del popolo siciliano. *

Io non voglio usare, signori deputati, parole grosse. Nell’Isola di dice già, che qui si vuole tradire il popolo siciliano con questi provvedimenti che voi avete proposti (ed attuati). Io mi auguro che l’Assemblea Costituente, con alto senso di responsabilità, respingerà unanime tutte le proposte lesive di tutti i diritti ormai acquisiti e che accoglierà l’emendamento che io ho avuto l’onore di presentare e che si avvicina molto a quello del mio amico Ambrosini, al quale avete tolto la legittima soddisfazione di riferire sullo Statuto siciliano. Avete fatto molto male! Anche questo è stato vivamente deplorato in Sicilia! Chiudo esortandovi ad operare ognora in modo che la Sicilia non venga ancora tradita dall’Italia e dai politici seduti in questa Assemblea.””

 

I politici Siciliani traditori e ascari presenti in quell’Assemblea Costituente del 1948 a Roma, avranno pensato
“al Popolo Siciliano basta non fargli sapere nulla dell’imbroglio e del tradimento qui da noi perpetrato”

Di fatto ad oggi il Popolo Siciliano è all’oscuro di tutto questo, se non tutti ma la stragrande maggioranza di loro.

 

Da quell’Assemblea Costituente come già allora conclamato da Finocchiaro Aprile quello Statuto ne usci distrutto, pur rimanendo nella sua forma giuridica ma depotenziato della sua capacità legislativa e di attuazione.
Forma giuridica che se da un lato a legittimato e continua a legittimare il Parlamento Siciliano (il più antico al mondo) e del titolo di onorevoli deputati dei suoi membri, gli stessi non hanno mai fatto rispettare quella forma giuridica da parte dello stato italiano, assumendo un comportamento servile nei confronti dello stesso delegittimando il Governo Siciliano (oggi nominato giunta regionale) il titolo di ministri del Governo (oggi assessori regionali) e addirittura la sede del Parlamento denominandola ARS (assemblea regionale siciliana) cosa giuridicamente in difetto visto che la definizione legittima dovrebbe essere APS (Assemblea Parlamentare Siciliana) ma soprattutto delegittimando la stessa forma giuridica come Stato Siciliano Federato a regione siciliana autonoma, accettando e mettendo in atto quel tradimento perpetrato in quell’assemblea costituente a Roma che accosto uno Stato nato e costituito 32 mesi prima della stessa repubblica italiana alle altre regioni autonome sul territorio peninsulare, dall’altro lato i signori onorevoli Siciliani continuano a percepire lo stipendio mensile da deputati a pari dei membri del Parlamento centrale italiano e non come consiglieri regionali come i membri dei consigli regionali delle altre regioni autonome.

 

Da li lo Statuto Siciliano è sempre stato barattato dalla classe politica governate Siciliana con lo Stato centrale italiano solo a scopi politici e economici personali, rappresentata dalla carica presidenziale che avrebbe dovuto rappresentare il Popolo Siciliano e la Sicilia ma che al contrario a sempre rappresentato lo Stato centrale ed i suoi interessi all’interno del territorio Siciliano assumendo nei fatti la carica di Governatore di un territorio colonizzato.

Questo si è protratto nel tempo, per facilitare il baratto nel 1957 fu abolita l’Alta Corte Siciliana, unico organo costituzionale in grado di contrapporsi a quel baratto e al propagarsi della distruzione continua del valore legislativo sovrano dello Statuto fino alla sua definitiva annullazione giuridica.

 

L’Alta corte Siciliana Organo Costituzionale, non fu abolita con una Revisione Costituzionale o con il consenso e l’approvazione della Sovranità del Popolo Siciliano, o con Decreto Legge emanato dall’Assemblea Generale del Parlamento Siciliano.

L’Alta Corte Siciliana fu abolita con un normale è semplice comunicato Stampa, dopo una Consulta ordinaria del Consiglio dei Ministri dell’allora Governo Italiano, che deliberò le seguenti Sentenze;
- La n° 38 del 1957 e successivamente la n° 6 del 1970.

Dall’abolizione dell’Alta Corte Siciliana le sue competenze vennero affidate alla Corte Costituzionale Italiana, con il risultato di delegittimare quel poco di Autonomia rimasta dallo Statuto Siciliano.
Delegittimando anche il Parlamento Siciliano, visto che dall’abolizione dell’Alta Corte,tutti i Decreti legge approvate dallo stesso Parlamento, verranno rimessi al consenso inderogabile del Commissario di Stato Italiano per la Sicilia, annullando di fatto la sovranità Legislativa del Parlamento e dello Statuto Siciliano.

 

Oggi la situazione e peggiorata, con la sentenza della Corte Costituzionale n° 255 che abolisce il commissario di Stato per la Sicilia (figura presente solo per la Sicilia e non per le regioni autonome) l’approvazione legislativa del Parlamento Siciliano e rimessa direttamente al Consiglio dei Ministri del Governo centrale, annullando definitivamente il potere legislativo del Parlamento e del potere decisionale del Governo Siciliano e dello Statuto.

 

Oggi lo Statuto Siciliano conserva solo la forma Giuridica come Carta Statutaria di uno Stato Federato, almeno sulla carta e nell’ordinamento interno dello Stato Centrale come forma giuridica, come un titolo nobiliare non estinto ma allo stesso tempo oggi non riconosciuto e senza nessuna forma di privileggio, insomma un cimelio storico.

 

Ma visto che ancora oggi lo Statuto siciliano conserva la sua forma giuridica, potrebbe essere ancora attuabile integralmente…??

 

Per un’attuazione integrale dello Statuto Siciliano, oggi bisognerebbe intraprendere un percorso che si potrebbe definire utopico, anche se in realtà non lo è, e vi spieghiamo il perché;

 

-       I° ci vorrebbe una maggioranza Parlamentare Siciliana formata da politici intrisi di Sicilianità capaci, non manipolabili ma soprattutto onesti.

-       II° un Presidente con una personalità forte e con gli attributi in grado di opporsi alle direttive italo-europee in materia politica, economica, giuridica, legislativa, di sovranità territoriale m,a soprattutto in materia militare.

-       III°  il Parlamento Siciliano dovrebbe presentare milioni di emendamenti al parlamento dello Stato centrale, atti a contrastare le migliaia di decreti legge già in essere e attuati, gli stessi che nel corso di 70 anni hanno depotenziato o quasi annullato il potere legislativo dello stesso Statuto, e con la trafila burocratica legislativa adoperata dal parlamento italiano passerebbero decenni se non incontrassero nessun tipo di ostacoli da parte dello Stato Italiano, cosa a dir poco utopica se non impossibile.

-       IV° rivedere tutte le concessioni a privati, demaniali ma soprattutto militari, vedi MUOS o SIGONELLA ecc. ecc.

-       Rivisitare tutte le competenze tra i due Stati, economici, politici, strutturali, enti pubblici, sanità ma soprattutto in campo militare sul territorio.

-       V°  indire un’Assemblea Costituente per reintegrare lo Statuto Siciliano in un artico unico e fuori dall’art,116 nella Costituzione Italaina.

Tutto questo nella migliore delle ipotesi sarebbe attuabile in 40-50 anni e poi per cosa, per acquisire una forma giuridica di cui la Sicilia già gode oggi.

 

Ma perché allora non attuare un percorso di Autodeterminazione come Diritto Internazionale inderogabile acquisito da tutti i Popoli, tramite un MDL (movimento di liberazione) nella sua forma giuridica come Soggetto di Diritto Internazionale.

Oppure con un percorso politico istituzionale tramite una maggioranza Parlamentare, ma che non abbia come idea attuativa un percorso utopico che passi da un’autonomia, idea tra l’altro proposta dalla maggior parte di quei partiti o movimenti politici territoriali che non aspirano al cambiamento ma solo alla gestione del sistema politico istituzionale in vigore, ma che abbia come unico obbiettivo prefisso e inderogabile il diritto all’autodeterminazione citato sopra, un percorso modello Catalano.

 

Questi sono gli unici due percorsi che ad oggi possano ridare alla Sicilia una speranza di un futuro migliore, un futuro che non sia frutto delle decisioni di Stati terzi, ma da una volontà popolare di una Nazione-Stato indipendente e sovrano.

Tutto il resto propagato da movimenti o partiti politici sia territoriali che nazionali è solo campagna elettorale.

 

Quindi oggi e giusto parlare di Statuto Siciliano…???

 

dipende in che modo e di chi parla di Statuto, perchè se si da l'illusione utopica di un eventuale attuazione integrale dello Statuto, non si da altro che dare solo l'ennesima illusione e fregatura a chi ascolta, tutto questo non è pregiudizio verso qualcuno, ma la certezza della realtà come ben spiegato sopra, visto che l'attuazione dello Statuto e stata ed è il cavallo di battaglia di molti politicanti Siciliani nelle sue campagne elettorali, perchè sappiamo benissimo che tolto quello questi quattro politicanti Siciliani di oggi non avrebbero nulla da offrire.

detto questo non si può continuare a dare l'illusione errata che un'eventuale indipendenza possa passare da una autonomia, nulla di più errato, se l'autonomia è una concessione da parte di uno stato centrale, l'indipendenza e solo frutto della consapevolezza dell’identità di un popolo, quindi due condizioni diametralmente diverse che non si possono coniugare, se poi si parla di Statuto come carta costituzionale derivata e accettata dopo una vera e propria guerra di indipendenza Siciliana che ci poneva e ci pone (anche se solo sulla carta) come Stato federato allo Stato centrale, condizione giuridica mai rispettata dallo Stato centrale italiota ma ancora più grave mai fatta rispettare dalla classe politica Siciliana che ha governato la Sicilia da ben 70, e che oggi questo possa essere di denuncia e di motivazione per un eventuale percorso di autodeterminazione come diritto internazionale acquisito da tutti i popoli, che ben venga questo dibattito, ma sono più che consapevole che purtroppo ancora oggi nella stragrande maggioranza dei casi si parlerà di Statuto solo come strumento di campagna elettorale, spero di sbagliarmi.

Ma non a caso lo Statuto Siciliano viene tirato in ballo dai politicanti Siciliani che rappresentano partiti o movimenti politici autonomisti, separatisti, sicilianisti o pseudo indipendentisti all’interno di questo quadro confusionario della politica istituzionale Siciliana, sempre e solo, tranne qualche sporadico caso, in previsione di competizioni elettorali.

 

Catania li 29 febbraio 2016

 

                                                                                                             La Presidenza

                                                                                                          Mendolia Tindara