PRESIDENZA: 734 anniversario una Bandiera un Popolo una Nazione
03 Aprile 1282 - 03 Aprile 2016
Il 3 aprile 1282 veniva adottata come vessillo siciliano la bandiera giallo-rossa con al centro la Trinacria, a seguito di una atto di confederazione stipulato da 29 rappresentanti delle città di Palermo.
“Antudo”, fu scritto anche nel vessillo.
una Bandiera l'unica che possa rappresentare il Popolo Siciliano e la Sicilia
un Popolo
una Nazione
La bandiera è l'essenza del riconoscimento di un Popolo quindi di una Nazione
L’emblema della nostra Patria
chi disconosce la sua bandiera, disconosce il suo popolo, la sua nazione, la sua identità
ma soprattutto disconosce se stesso
il suo essere.........
La Bandiera Siciliana venne costituita nel 1282,dalle Confederazioni delle città della Sicilia,che dopo la rivolta del Vespro Siciliano nel 30 marzo 1282 a Palermo con un patto solenne,il 3 aprile del 1282,decisero di cacciare via dalla Sicilia gli Angioini (francesi).
I colori di questa bandiera sono;
il Rosso, che era ed è ancora oggi il colore della città di Palermo;
e il Giallo,che era ed è ancora oggi il colore di Corleone (PA) che a quel tempo era la capitale agricola nel cuore della Sicilia;
e la Trinacria con il Gorgoneion (Gorgone) in mezzo.
Questi furono le prime città Siciliane a fondare la Confederazione contro gli angioini.
Le navi della Marina Mercantile Siciliana sino al 1861 issavano la bandiera giallo rossa con la trinacria su tutti i mari del mondo, anche sotto i Borboni.
Durante la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1282, a Palermo si scatenò l'inferno.
Tutti i mal di pancia vennero allo scoperto sul sagrato della chiesa del Santo Spirito durante il lunedì dell'Angelo.
Accadde che un soldato dell'esercito francese di nome Drouet, in virtù della propria posizione, volesse palpeggiare una nobildonna in presenza del suo consorte: con il pretesto di doverla perquisire le mise le mani addosso.
Il marito non ce la fece. Sbroccò, sottrasse la spada al soldato e lo trafisse per riscattare l'onore proprio e della moglie.
Da lì in poi la protesta divampò.
I palermitani scesero per strada e, al grido di "Mora, mora!", diedero la caccia ai francesi.
Fu una carneficina.
Solo pochi francesi riuscirono a mettersi in salvo sulle proprie navi presenti lungo la costa.
Chi rimase a terra, ad esempio cercando di confondersi tra la gente comune, veniva smascherato ed ucciso all'istante grazie all'aiuto dei ceci. Infatti i francesi pronunciavano diversamente la parola siciliana cìciri. E, non appena la risposta era incerta e dalla cadenza d'oltralpe, “tracchete!” la spada puniva l'oppressore.
Da Palermo presto la rivolta si estese a tutta la Sicilia e a Carlo I d'Angiò non restò che governare su Napoli fino al giorno della sua morte.
Famoso simbolo di quella lotta divenne il termine «Antudo!», una parola d’ordine usata dagli esponenti della rivolta. Antudo: «ANimus TUus DOminus» e cioè il coraggio è il tuo signore (non i francesi).
Dopo Palermo fu la volta di Corleone, Taormina, Messina, Siracusa, Augusta, Catania, Caltagirone e, piano piano, tutte le altre città.
Il 3 aprile 1282 veniva adottata come vessillo siciliano la bandiera giallo-rossa con al centro la Trinacria, a seguito di una atto di confederazione stipulato da 29 rappresentanti delle città di Palermo.