Lettera aperta al prof. Massimo Costa


In risposta all’intervista allo stesso Costa, pubblicata in un articolo del GAZZETTINONLINE il 07 dicembre 2014.

 
Cominciamo già dal titolo dello stesso articolo,che già dice tutto, che cita così;

 

Referendum per l’Autodeterminazione Siciliana

 
questo già a nostro avviso è un errore gravissimo, consapevoli o non consapevoli quelli del GAZZETTINONLINE, questo non sta a noi giudicare, ma rimane sempre un atto di male informazione da chi dovrebbe fare informazione corretta, e vi spieghiamo anche il perché;
l’autodeterminazione è un Diritto Internazionale di tutti i Popoli sancito nell’Art. 1 par. 2-55-76 della Carta delle Nazioni Unite, diritto inderogabile di tutti gli Stati firmatari della stessa che lo hanno ratificato, tranne la Russia e la Cina che ne hanno diritto di veto, l’Italia lo ha ratificato il 14 dicembre 1955.
Quindi perché fare un referendum per un diritto che già noi come Popolo Siciliano abbiamo..??
E poi presentarlo a chi..?? a quale Istituzione,  Nazione , Stato o ad altri Organi Nazionali o Internazionali di qualsiasi natura giuridica Competenti …??
Visto che il Diritto di Autodeterminazione di un Popolo può essere applicato soltanto da un Soggetto di Diritto Internazionale come un MDL (movimento di liberazione) che rappresenta un Popolo come aggregato organizzato di un gruppo di esseri Umani uniti da vincoli Etnici, Religiosi,Culturali e Storici che si identificano in un Popolo all’interno di un territorio riconoscendolo come sua Patria e Nazione che si autodetermina e quindi si dichiara indipendente.
Continuiamo con l’Articolo;

Domenica 9 novembre scorso a Palermo si sono riunite diverse associazioni e movimenti siciliani (vedi in calce l’elenco) per approvare un disegno di legge-voto (scarica la bozza della Legge voto) sull’attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria e per promuovere un referendum sullo stesso. Ne parliamo dettagliatamente con il prof. Massimo Costa. Di che si tratta?

«Si tratta di un percorso che è iniziato da alcuni mesi per superare la condizione di impasse in cui versa la Sicilia. Un’impasse politico e istituzionale, ma soprattutto economico e sociale che sta assumendo i contorni drammatici di una vera e propria catastrofe. Noi siamo convinti che, al di là di specifiche responsabilità politiche, il mancato rispetto della nostra Costituzione regionale, lo Statuto, grida vendetta in questo momento. Non possiamo continuare a farci derubare di svariati miliardi l’anno e poi accendere in continuazione mutui con lo Stato (evasore) per coprire questi buchi. È una situazione insostenibile. Oggi la Sicilia si comporta nei confronti dello Stato italiano come quell’amministratore di condominio che, di fronte alla necessità di pagare i debiti a fronte di un condomino che non paga mai, andasse proprio dal condomino moroso a farsi prestare a interesse ciò che questi dovrebbe versare, magari anche con gli interessi di mora. Ecco: lo Stato italiano è il condomino moroso, che dovrebbe pagare anche i danni, e il quale invece addirittura ci presta a usura quanto ci è dovuto per diritto. Noi riteniamo sia necessaria una forte iniziativa politica e istituzionale che parta dal basso per smuovere le acque».
 
 
Ma il prof. Massimo Costa se ne è accorto solo adesso delle condizioni di impasse Politico-Istituzionale in cui versa la Sicilia..?? molto perspicace il prof. Costa…!!!
Poi ribatte sempre il prof. Costa “ma soprattutto economica e sociale”
La situazione socio-economica in cui oggi versa la Sicilia è il frutto prima di una colonizzazione e di un saccheggio barbaro camuffato da quella maledetta unione d’Italia e di una liberazione che non era altro che invasione di una nazione,e poi da 68 anni di politica Siciliana marcia dalla nascita, corrotta, clientelare,mafiosa e servile nei confronti di quello stato, che per noi non era altro che uno stato occupante, che ha anche portato alla mancanza dell’attuazione integrale di quello Statuto Siciliano,conquistato col sangue di tanti Patrioti Siciliani, ma poi svenduto già 32 mesi dopo nell’Assemblea Costituzionale tenutasi a Roma il 30-31 gennaio 1948 dai padri politici siciliani di quei Politici Siciliani che si sono avvicendati a Governare la Sicilia fino ad i giorni nostri.
 

In cosa consiste questa iniziativa?

«Innanzitutto abbiamo compreso che la mancata attuazione dello Statuto dipende da un blocco delle competenze legislative della Regione che ha origine nella giurisprudenza abrogativa della Corte Costituzionale. La Corte Costituzionale, che per Costituzione (sembra un gioco di parole ma non lo è) non è competente a giudicare della costituzionalità delle leggi siciliane, pur di difendere il principio con il quale ha abolito (o crede di aver abolito) la competenza naturale dell’Alta Corte, è arrivata ultimamente ad abrogare interi pezzi dello Statuto. In queste condizioni qualunque iniziativa della Regione sarebbe “castrata” a Roma, dove sarebbe dichiarata incompetente. Le uniche vie d’uscita (non “insurrezionali”, ovviamente scherzo) sono quindi i “decreti attuativi”, ma questi chiedono tempo e volontà politica oggi assenti, ovvero le “leggi dello Stato”, immediatamente efficaci, da consolidare poi con i decreti attuativi, ma pur sempre efficaci. Ecco, noi non consideriamo affatto chiusa la questione dell’Alta Corte, ma, nel frattempo, per dare respiro alla Sicilia, ci potremmo prendere ciò che ci spetta con una semplice legge dello Stato, da approvare all’ARS come legge-voto».
 
La mancata attuazione dello Statuto dipende dall’asservimento dei Politici siciliani nei confronti dello Stato Italiano,come già precisato nel nostro intervento sopra,lo Statuto non ci è stato rubato dal Governo Italiano, ma al contrario sono stati i Politici Siciliani che si sono succeduti in questi 68 anni di Politica Istituzionale Siciliana che lo hanno svenduto a scopi Politici-Economici personali.
 

 E questa legge che avete proposto?

«Consiste semplicemente nell’attribuzione alla Sicilia di tutte le entrate tributarie che maturano nel suo territorio, acque territoriali incluse, e nella possibilità di manovrarle liberamente per allentare l’oppressione fiscale che oggi contribuisce a strangolare la nostra Terra. Consiste nella possibilità di creare una “zona economica speciale”, in termini fiscali e doganali, all’interno dell’Unione Europea, sfruttando la condizione di insularità che è riconosciuta nei trattati europei. Consiste infine nella possibilità di emettere “certificati di credito fiscale”, privi di interessi, con funzioni sostanzialmente monetarie. In una parola l’indipendenza economica, se non ancora quella politica. In questo modo sarebbe più facile realizzare infrastrutture produttive, favorire l’insediamento imprenditoriale, e quindi l’occupazione, difendere il made in Sicily, spezzare la spirale della povertà e dell’austerità. In pratica fare una vera e propria inversione di marcia. Con questa legge attuata – per essere chiari – in pochi anni potremmo ritrovarci con il 20% di pressione fiscale in meno e con il potere d’acquisto di stipendiati e pensionati aumentato del 50%. Visto che l’alternativa è la morte, mi pare che si debba per lo meno tentare. Ovviamente, a fronte di questo, ci faremmo carico anche di tutte le spese pubbliche, decidendo noi se e quanti servizi sanitari o scolastici dare ai nostri cittadini, prima che questi vengano del tutto azzerati dallo Stato italiano».
 
Ma perché fare una legge che già c’è, e che soprattutto è contenuta all’interno dello Statuto Siciliano, e non come legge, ma un ART. di una Carta Statutaria che è l’ART. 37-36. Ora noi chiediamo al prof. Massimo Costa, se tutto questo descritto da lui non si è ottenuto nel fare applicare una carta costituzionale (perche lo statuto siciliano questo è) perche si dovrebbe ottenere con un decreto legge ordinario e per giunta Regionale…???Quando invece,visto che ancora ad oggi la Sicilia Giuridicamente è uno Stato federato allo Stato italiano e non una regione italiana, basterebbe che qualsiasi Governatore Siciliano che avrebbe un pò di Gabbasisi e incominciasse a fare il Presidente dichiarando l’autodeterminazione del Popolo Siciliano per poi arrivare all’indipendenza visto che GIURIDICAMENTE a tutte le carte per farlo..??In riguardo al fatto dei “certificati di credito” (che poi non sono altro che le carte di credito) con la funzione monetaria, noi speriamo che il prof. Costa non si riferisca a qualche moneta complementare o a qualche progetto di quel tipo già in atto, perché sarebbe solo una speculazione finanziaria ai danni della Sicilia e dei Siciliani.

 

E perché mai questa legge dovrebbe essere approvata? Se non ci hanno mai concesso in 70 anni quanto ci spetta?

«Primo, perché è “costituzionale”. Non c’è niente di più costituzionale che il rispetto dello Statuto. Poi, perché noi andiamo a Roma a dire che “la Sicilia non vuole più niente!”. Come si fa a dire di no a chi non vuole essere mantenuto? E poi – e questo fa parte essenziale della strategia – perché la legge andrà corredata da un referendum consultivo da parte dei Siciliani e da quante più mozioni possibili da parte dei Comuni. Sarà un grande referendum sulla sovranità fiscale della Sicilia. Ne nascerà un dibattito che ci cambierà tutti, anche culturalmente.

Se i tre livelli della politica siciliana si esprimeranno in tal senso, Roma dovrà infine cedere. Oltretutto, sapendo che per loro “finisce la pacchia”, abbiamo pure previsto un’attuazione molto graduale, in modo che possano adattarsi alla progressiva perdita del possedimento siciliano. Se non si adatteranno c’è il principio di autodeterminazione dei popoli. Le conseguenze sarebbero molto gravi, per loro ovviamente. Questo referendum rappresenta allora una rinuncia ad aspirazioni indipendentiste, visto che ci si muove all’interno della legalità italiana ed europea?

Questo referendum consente ai Siciliani di riappropriarsi di quella dignità minima con la quale poi potranno decidere cosa fare del loro futuro. Noi non stiamo rinunciando proprio a niente né smuovendo niente rispetto alla situazione attuale. Semplicemente altre strade, volendo restare nella legalità costituzionale attuale, sembrano precluse mentre questa non lo è. Non si negano in linea di principio strappi “più arditi”; ma questi, in ogni caso, andrebbero adeguatamente preparati. Oggi la Sicilia è stremata. Dobbiamo dare intanto il pane ai Siciliani, il lavoro o almeno un reddito alle famiglie che non ne hanno più uno. Poi penseremo a tutto il resto. E decideremo che cosa vogliamo essere “da grandi”».

 
Caro prof. Costa che lo Statuto Siciliano è una Carta Costituzionale e non Costituzionale già lo sapevamo tutti, ma la costituzionalità dello Statuto poteva essere garantita solo ed esclusivamente dall’ALTA CORTE SICILIANA Organo costituzionale a garante tra lo Stato Italiano e lo Stato Siciliano, ma con l’abolizione dell’Alta Corte nel 1957 non solo si è abolita la costituzionalità dello Statuto, ma anche quella del Parlamento Siciliano, visto che da quel momento anche il legiferare dell’Assemblea Parlamentare Siciliana (e non assemblea regionale siciliana,cosa molto riduttiva nei confronti della Sicilia) visto che le leggi approvate da allora furono sottoposte al Commissario dello Stato Italiano per la Sicilia, con l’ultima sentenza che lei ben conosce, la n° 255 che sottopone la legiferazione Parlamentare Siciliana direttamente al Consiglio dei Ministri del Governo Italiano, si è ancor di più ridimensionata la costituzionalità sia dello Statuto che del Parlamento,visto che siamo diventati una Regione pari alle altre,l’Assemblea Parlamentare Siciliana oggi non è altro che un consiglio regionale come qualsiasi altra regione, con la solo differenza nel numero dei membri, nel caso specifico 90.In riguardo al referendum CONSULTIVO non serve a nulla,ecco perchè;

·         consultivi: per sentire il parere popolare circa una determinata questione politica (mera richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva)

quindi non è vincolante alla decisione che prenderebbe lo Stato Italiano, che di sicuro sarebbe negativa.E di sicuro non ridarebbe ne dignità ne sovranità al Popolo Siciliano, cosa che invece darebbe l’Autodeterminazione strada al di sopra della costituzionalità Italiana, visto che il Diritto Internazionale è superiore in rispetto al Diritto Ordinario che regola uno Stato o una Nazione. Il pane e il lavoro sono un diritto del Popolo Siciliano,e non una concessione da qualsiasi natura essa venga, quindi il diritto al lavoro può derivare solo da una politica economica imprenditoriale produttiva sul territorio, e non con il redito di cittadinanza, che nella condizione in cui versa la società Siciliana di oggi potrebbe trasformarsi in essenzialismo a pro dei soliti furbetti.

 

Il disegno di legge sarà presentato come iniziativa popolare?

«No. Questa è la volontà che è emersa dalla riunione operativa del 9 novembre scorso. E in effetti me ne sono convinto anch’io. A parte ogni considerazione pratica sulle difficoltà tecniche, si è posto il problema della necessità che in ultimo siano sempre le forze presenti in ARS a dover votare il provvedimento. A questo punto lo presentiamo pubblicamente in ARS, lo indirizziamo al Presidente dell’Assemblea, e poi le forze politiche, se vogliono, possono presentarlo e votarlo. Noi spingeremo a farlo. Ma, se non vogliono, non sarebbero certo “costretti” a farlo se il disegno di legge fosse di iniziativa popolare. L’unico vantaggio potrebbe essere quello del deposito in “automatico”, non certo quello della sua approvazione. Ma già alcuni deputati hanno manifestato interesse, quindi questo passaggio si rivela non utile. Se poi non lo votano sappiamo con chi prendercela e sappiamo cosa chiedere alle prossime elezioni. Di certo non finisce qui e non ci facciamo prendere più in giro dalla retorica delle auto blu o di altre quisquilie care ai miti della spending review. La soluzione ai problemi della Sicilia è ben altra. È nello spezzare le catene del colonialismo. Con la sola proposta di questo referendum, anche se non venisse accolta, dimostreremmo che la parte più avveduta dei Siciliani ha capito qual è il vero problema e che non è più disposta a farsi prendere ancora in giro».

 

La soluzione ai problemi della Sicilia è solo ed esclusivamente l’Autodeterminazione del Popolo Siciliano per poi successivamente dichiararsi Indipendenti. Tutto quello esposto da lei caro prof. Costa è il classico teatrino preelettorale già da lei stesso confermato con le sue citazioni “già alcuni deputati hanno manifestato interesse, quindi questo passaggio si rivela non utile. Se poi non lo votano sappiamo con chi prendercela e sappiamo cosa chiedere alle prossime elezioni” Solo nell’ultima parte ci troviamo d’accordo, sul fatto che la parte dei Siciliani più avveduta sempre di più si sta rendendo consapevole che bisogna spezzare le catene del colonialismo, come si è resa consapevole che queste catene non si possono più spezzare con la politica istituzionale all’interno di questo sistema marcio,corrotto,clientelistico e mafioso, di cui tutti i politici Siciliani ne sono parte integrante come del resto anche lei caro prof. Costa.
 

Ma, dica la verità, questo coordinamento di movimenti prelude alla nascita di un nuovo soggetto politico?

«No, perché alcuni di questi già sono un soggetto politico e non tutti sarebbero “fondibili” l’uno con l’altro, anche perché i soggetti e le forze che l’appoggerebbero in ARS farebbero un passo indietro se pensassero che dietro c’è un concorrente potenziale e a noi non interessa invece che il risultato finale. Ma soprattutto perché non ci interessa far naufragare una iniziativa così importante usandola come sgabello per ambizioni personali o piccoli progetti politici. Non posso certo dire di essere del tutto soddisfatto dell’attuale rappresentanza politica dei Siciliani. C’è – è vero – una domanda politica che non trova la corrispondente offerta, tanto è vero che più della metà degli elettori ormai sta stabilmente a casa. Ma queste aggregazioni devono trovare un altro tavolo dove costituirsi. Questa legge, e il referendum su di essa, può essere votata da chi vota SEL o Fratelli d’Italia. È una cosa fatta nel solo interesse della Sicilia. È vero, per contro, che un coordinamento, per ora informale, di fatto, o come lo si voglia chiamare, si è ormai avviato. Magari qualcuno si perderà per strada, qualche altro verrà, ma c’è un nucleo duro che su queste battaglie intende andare insieme in modo compatto. C’è anche chi ha dato un primo impulso e per ora sta alla finestra. Vedremo, la porta è aperta. Ripeto: questa iniziativa non è “nostra”, è di tutti, è della Sicilia. Una volta ogni tanto una cosa che interessa tutti si può anche fare».
Di sicuro già è in atto la nascita di un Soggetto Politico da presentare alle prossime regionali, certo magari è presto per ammetterlo, ma noi vogliamo essere presuntuosi sbilanciandoci anche a fare il nome che sarà a capo di quel progetto politico sviluppato da tutti i movimenti o partiti politici già a fine articolo elencati, forse sarà l’on. ARMAO..??
 

Un’ultima provocazione: siete sicuri di essere “nel vento della storia”? C’è chi dice che ormai lo Statuto è acqua passata…

«Sono solo quattro vecchietti nostalgici della prima repubblica, e/o intellettuali e burocrati di regime compromessi e interessati, che non hanno capito niente di dove va il mondo. Oggi, proprio mentre le élite mondiali vogliono distruggere i popoli e le tradizioni, dappertutto è una riscoperta delle proprie origini. Perché la Sicilia dovrebbe essere da meno? Si leggono cose sui giornali che sino a pochi anni fa sarebbe stato solo pazzia il pensarle. A Napoli, ad esempio, l’altro giorno l’erede dei Borbone è stato accolto per strada con acclamazioni come per un vero re (e ve lo dice uno che, quando parla di storia, non è mai stato “tenero” con i Borbone). In tutta Europa, dove più dove meno, il sovranismo dilaga; lo stesso che sbrigativamente il regime liquida come “populismo”. Un recentissimo sondaggio della Demos attribuisce al 44% dei Siciliani la voglia di indipendenza. Folklore? Mah! Secondo me il vento della Storia è proprio questo. Noi vogliamo solo che, questa volta, la Sicilia non perda il treno che tutti i popoli liberi stanno prendendo. E questa volta mi sa che ce la faremo».
 
Bè..!! di sicuro il prof. Costa e company non sono il vento della storia, ma la storia che si ripete 1848, 1947-48, 1990-92 e oggi, ma si sa e il prof. Costa ne è più che consapevole, purtroppo la storia si ripete sempre specialmente in Sicilia.
Dall’altro lato un vento si è innalzato e soffia sempre più forte, il vento dell’indipendenza di cui il Popolo Siciliano ne ha sempre portato l’origine nel suo DNA, da non confondere con quella voglia di ripristinare un’Autonomia che la realtà di oggi ci dice che forse non c’è mai stata, da parte nostra toglieremmo anche il forse, ma non vogliamo distruggere un sogno, un sogno in cui molti hanno appoggiato le sue basi politiche-economiche personali, i Siciliani sognano e loro vogliono che il suo sogno duri invitandoli a rimanere assonnati quindi gestibili.
Sul sondaggio il 44% oggi appare un po’ troppo, proprio perché ancora molti siciliani,confusi da tanta disinformazione, magari non hanno ben chiaro la distinzione tra Autonomia e Indipendenza,cosa totalmente diversa visto che;
l’Indipendenza è la situazione in cui un Paese non è sottomesso all’autorità di un altro.
Nell’Autonomia continuano  ad esistere dei vincoli istituzionali tra i due territori, tramite i quali uno può avere potere decisionale su determinate materie “competenze” o il “centralismo” in cui il potere centrale possiede tutte le competenze, l’Autonomia Siciliana di oggi.
Quindi chi o da singolo individuo, o come rappresentante di un movimento o partito politico dice che l’Autonomia o l’autodeterminazione finanziari ( che poi è la stessa cosa,ma detta in una chiave più moderna) siano il percorso obbligatorio per arrivare all’indipendenza, sta dicendo solo emerite fesserie costui non è altro che un cialtrone o un politico.
Solo un gruppo di esseri umani uniti da vincoli Etnici-Religiosi-Culturali-Storici che si identificano in un popolo all’interno di un territorio riconoscendolo come sua Patria e Nazione che si dichiara INDIPENDENTE…..
L’Indipendenza non si chiede e non te la da nessuno.
Muvimentu di Libbirazziuni Nazziunali Sikulo 07 dicembre 2014 
                                                                                                                                             La Presidenza
                                                                                                                                             Mendolia Tindara
 
 

 

Di sotto tutti i movimenti e partiti politici che appoggiano questo progetto;

L’Altra Sicilia, Comitato Autodeterminazione Sicilia-Stato, Fronte Nazionale Siciliano – Sezione “Archimede” di Bagheria, Movimento Gattopardi di Sicilia, Movimento Onda Lunga, Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, Noi Mediterranei Sicilia, Noi Siciliani Liberi – Associazione Partito del Sud, Partito Socialista Siciliano, La Sicilia e i Siciliani per lo Statuto, Stupor Mundi, Trapani Cambia, Il Vessillo del Vespro, Voras Zancle.