Dipart. ECONOMIA-FINANZE: TTPI la dittatura delle multinazionali.

Transatlantic Trade and Investment Partnership

Diritto del lavoro, ogm, sanità, ambiente, proprietà intellettuale e energia: tutte le conseguenze del trattato di libero scambio che Usa e Ue vogliono approvare.

 

Dodici Paesi hanno appena firmato un accordo segreto che regala alle multinazionali enormi poteri sul 40% dell’economia mondiale. Ma se agiamo rapidamente, possiamo impedire che il Congresso Americano lo approvi.
Si chiama TPP, Partenariato Trans Pacifico: un accordo commerciale che potrà censurare internet ma soprattutto regalare a Monsanto e alle altre grandi multinazionali tutto quello che hanno sempre sognato. La buona notizia è che nel Congresso USA sta crescendo una opposizione sempre più ampia: se loro lo bloccano, il trattato è finito. E anche il dibattito su un accordo molto simile per l’Europa potrebbe subire un duro colpo.
Questo trattato avrà un’influenza enorme sulla vita dei cittadini di mezzo mondo. Eppure è stato scritto in larga parte in segreto, direttamente dalle multinazionali, senza nessuna trasparenza. Qualche mese fa grazie a WikiLeaks sono filtrati alcuni punti, e quello che ne è venuto fuori è agghiacciante:
- Se uno Stato vieterà un prodotto tossico, o deciderà di etichettare i prodotti geneticamente modifica|ti, o vorrà proteggere l’ambiente, il TPP permetterà alle multinazionali di fargli causa e farlo giudicare da tribunali speciali controllati da loro stesse! E i contribuenti dovranno rimborsare miliardi di “mancati profitti” a queste compagnie;
- Con il TPP, i giganti della farmaceutica diventeranno così potenti da poter bloccare le medicine a basso costo che possono salvare la vita di malati di cancro e AIDS;
- Addirittura, chi denuncerà online le attività illegali delle multinazionali potrà essere perseguito.

 L’obiettivo dei negoziatori è quello di armonizzare le rispettive regolamentazioni in materia di commercio internazionale. Il riferimento nient’affatto implicito è alle differenze che tuttora intercorrono tra Ue ed Usa nelle regole in materia di protezione sanitaria, alimentare, di diritto d’autore e del lavoro. Parlare semplicisticamente di “armonizzazione”, tuttavia, può apparire perlomeno riduttivo se si adotta una prospettiva che identifica in quei “..costi e ritardi non necessari e dannosi per le imprese..” delle conquiste di civiltà irrinunciabili per chi ambisce ad un mondo più giusto e sostenibile dal punto di vista ambientale. È noto infatti come in molti ambiti gli standard Ue, basati sul principio di precauzione, siano più stringenti di quelli Usa ed uno scivolamento verso i livelli di deregolamentazione americani diverrebbe la conseguenza più naturale del Ttip.

Il primo blocco di diritti ad essere minacciato sono quelli a protezione del lavoro. Potrebbe non essere remota la possibilità che una normativa analoga al “Rights to Works” americano, ribattezzata dai sindacati statunitensi l’Anti-Unions-Act (Greenhouse, S. “States seek laws to curb power of unions”. NYT 3 January, 2011), si affacci con sembianze analoghe anche in Europa. La sostanza liberista di una normativa di questo tipo verrebbe ad alimentare una rinnovata concorrenza al ribasso fra i lavoratori sui loro diritti e le loro retribuzioni. 

La conseguenza immediata di un superamento de facto del principio di precauzione sarebbe l’ineffettività di gran parte delle normative europee sulla sostenibilità ambientale. Una delle maggiori fonti di rischio in questo senso è il cosiddetto shale-gas, o “fracking-gas” dalla particolare tecnica estrattiva che contraddistingue questi idrocarburi. Questa tecnica richiede l’uso di una procedura ritenuta letale per le falde acquifere ed il suolo sottostante i giacimenti e le zone ad essi limitrofe.

Non meno importanti sono le limitazioni che la Ue impone all’uso ed all’importazione degli Ogm e delle carni trattate con ormoni o sterilizzate tramite l’uso di cloro. Le barriere che secondo Max Baucus, attuale presidente della Commissione Finanze del Senato Americano, “..non sono in linea con le attuali posizioni della comunità scientifica internazionale..” sono quelle che sino ad oggi hanno parzialmente impedito che prodotti di questo tipo fossero diffusi sui campi o nei supermercati europei. Inoltre, una brusca eliminazione delle tradizionali barriere commerciali esporrebbe le imprese agricole europee alla concorrenza dell’agri-businness statunitense forte di una concentrazione di mercato imparagonabile a quella europea (2 milioni di imprese agricole negli Usa contro 13 milioni nella Ue).

Una particolare attenzione andrebbe poi riposta sui rischi che gravano sul settore sanitario europeo che rischia di trasformarsi in terreno di conquista per le grandi imprese americane. Così come le norme ambientali europee ci hanno sin qui tutelato dagli Ogm e dalle carni trattate, il Reach (Regulation on Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, entrato in vigore il 1° giugno 2007 con lo scopo di regolamentare il mercato dei prodotti chimici nella Ue) ha consentito ai cittadini di tutelarsi dall’invasione di prodotti farmaceutici che per le autorità europee sono potenzialmente nocivi per la salute umana e animale. Grazie al Ttip, nondimeno, nascerebbe la possibilità per le imprese, qualora volessero contestare una regolamentazione statale o comunitaria troppo stringente, di rivolgersi ad un organismo arbitrale terzo dotandosi così di un potente mezzo per il contrasto di politiche e leggi democraticamente adottate ma divergenti dalle loro strategie aziendali.

La breve sintesi fornita rispetto a quanto hanno in mente gli estensori del Ttip allarmerebbe chiunque non fosse un lobbista o un percettore di dividendi da parte di un impresa multinazionale. 

in rispetto a tutto questo vi lascio immaginare quali conseguenze potrebbe avere la Sicilia economicamente, un'economia Siciliana già distrutta dai trattati interni con i rispettivi Stati europei.