Dipart.BENI-CULTURA-STORIA: Condanno senza sconti le sprezzanti invettive colonialiste di Vecchioni

Condanno senza sconti le sprezzanti invettive colonialiste di Vecchioni

Condanno senza sconti le sprezzanti invettive colonialiste di Vecchioni ed i suoi superficiali giudizi sulla Sicilia, sui Siciliani e sulla Sicilianità. Il cantautore è rimasto a guardare dal marciapiede. E si è lasciato impressionare e fuorviare da un po’ di confusione del traffico, per dirla simpaticamente con Benigni! Lui che è abituato a ben altri caotici traffici metropolitani!
Posso solo esprimere pietas e solidale compassione per uno pseudointellettuale cui lo smog, l’alcool e non so quali altre raffinatezze hanno bruciato il cervello, impedendogli di gustare il profumo di zagara dei nostri aranceti, l’azzurro solare del nostro cielo, il calore, l’affettuosa accoglienza e la tolleranza dei Siciliani persino verso gli ospiti indegni che vengono in Sicilia a vomitare e sputacchiare nel piatto in cui non si schifano di mangiare. 
Perché se la Sicilia fosse davvero un’isola di merda, Merdosi e Merda sarebbero tutti i porci che vengono a mangiucchiare le sue ghiande!
Ma davvero pretende di potere mettersi in cattedra a spiegare ai Siciliani, ai figli dei Greci, dei Romani, dei Normanni, degli Arabi etc. etc. la bellezza, la verità, il coraggio, il senso civico? 
Vecchioni deve avere dimenticato la distinzione di Erich Fromm tra essere ed avere. Lui è solo uno che ha. Tantissimo ha. Successo, Euro, sviolinature …. Purtroppo non è! A voler essere buoni appare! Come avrebbe sottolineato un grande agrigentino capace di spiegare al mondo la sostanziale differenza tra essere ed apparire. 
E la Sicilia è un patrimonio di Storia, Cultura, Valori, Bellezza, Verità, Audacia, capacità di soffrire e sperare che Vecchioni ha dimostrato di essere inadeguato ad assimilare. Si rilegga Goethe e si ripassi Houël, Professore! E tante altre apprezzabili sicilianità. Per criticare impietosamente i nostri difetti lasci fare a noi Siciliani, che di capacità autocritica abbiamo sempre dimostrato di averne da vendere! 
Esprimo sincera compassione per la sua tristezza ed il suo pessimismo da vecchio. Ma anche per la sua incapacità di ammettere di avere sbagliato. Per l’ostinazione a perseverare nell’errore con l’alibi della provocazione d’amore! Non siamo tra i suoi banchi, Professore! Né aspiriamo a diventare suoi obbedienti scolaretti!
Preferisco lasciare in un indefinito leopardiano i miei sentimenti verso le troppo timide reazioni, gli opportunistici cori giustificazionisti ed i tantissimi colpevoli, autorevoli silenzi.
 

Randazzo Enzo