Dipart. AGRICOLTURA-FORESTE: forestali, l’intreccio tra politica, clientelismo e improvvisazione creativa

Per comprendere appieno gli esiti di un meccanismo che nella sua storia riprende le care tematiche delle istituzioni siciliane dell’intreccio tra politica, clientelismo e improvvisazione creativa, bisogna cominciare proprio dal bosco.

 

la superficie boschiva Siciliana e di 510.000 ettari”.
Gli operai forestali nell’Isola sono circa 28.000 appena inferiore alla metà dell’intera quota di tutto il territorio peninsulare e delle due isole, che si aggira intorno a 70 mila.
quindi un operaio ogni 15 ettari di bosco.
Un risultato da non sottovalutare perché, in teoria, le foreste siciliane dovrebbero essere tra le più tutelate perché godono di un rapporto tra operaio forestale ed ettaro curato tra i più elevati.

I forestali sono divisi in quattro fasce: un migliaio sono a tempo indeterminato,quindi quelli che hanno funzione di polizia forestale, e che dovrebbero essere impegnati alla salvaguardia delle arie protette, pattugliamenti contro i piromani e il controllo di tutte le aree boschive, quindi ad oggi pochi come forze sul territorio.  

Poi ci sono i precari a vita, all’incirca 26.500 che svolgono 151 giornate l’anno, quelli che ne fanno 101 e infine il gruppo più numeroso che ne svolge 78.
 Ogni volta che un lavoratore viene cancellato da un bacino, viene sostituito da chi è primo in graduatoria nel bacino inferiore. E si procede a scalare. Per cui ad esempio se un dipendente a tempo indeterminato va in pensione, un precario che svolge 151 giornate l’anno viene assunto. Al suo posto subentra un lavoratore con 101 giornate e così via.
Alla fine dunque a prescindere da chi va in pensione, si libererà un posto tra chi svolge 78 giornate.
un tunnel di precariato eterno.
7200 operai entrano a tempo pieno solo 5 mesi l’anno circa, dai primi di giugno fino al 15 ottobre, ne servizio antincendio  addetti solo agli incendi boschivi, gli incendi sono quasi tutti di natura dolosi o colposi, non si può quantificare la percentuale tra gli uni e gli altri.
Con i Vigili del fuoco abbiamo un accordo preciso: noi interveniamo contemporaneamente solo nei cosiddetti incendi di interfaccia, ossia negli incendi che si sviluppano tra le abitazioni e le aree boschive”.
Finita la stagione antincendio, questi operai faranno altri tipi di attività. Si tratta dei cosiddetti centocinquantunisti e dei centounisti, e per fornire un supporto economico al termine di questo servizio verranno utilizzati per il rimboschimento. 

Il problema non è tanto degli operai, che hanno subito un meccanismo clientelare che nel corso degli anni ha sostanzialmente tenuto loro in uno stato di precarietà perenne, ma di un sistema che favoriva una collocazione nella grande macchina amministrativa della Regione. Inserimento che però ha i suoi costi per gli stipendi di questo esercito di precari la Regione sborsa 170 milioni di euro, e a fine anno è prevista l’indennità di disoccupazione, fino a un massimo di 3 mesi. Una spesa complessiva di 279.729.893 euro.

Questo meccanismo sarebbe stato bloccato se approvato in finanziaria.
I sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno però incontrato i direttori degli uffici provinciali del Lavoro e l’assessore Gianluca Miccichè riuscendo a evitare il blocco. L’assessore ha promesso che entro il 15 febbraio le graduatorie saranno aggiornate.

Dove troveranno i fondi..??
Baccei assicura, taglieremo in altri servizi.

Certo, magari nella Sanità,nei trasporti pubblici o forse nel Sociale, l’importante e mantenere questa struttura precaria ma che assicura consensi elettorali al sistema clientelistico politico istituzionale Siciliano, o ha chi candidato alla poltrona usandola come campagna elettorale del suo movimento o partito, assicurando ai forestali la soluzione definitiva al problema, promettendo la ricollocazione dell’esubero di eventuali e inevitabili taglia al sistema forestale Siciliano, cosa sacrosanta e giusta non lasciare migliaia di Siciliani senza lavoro ingrossando il tasso di disoccupazione Siciliana già abbastanza alto per non dire disastroso, anche se frutto di un sistema clientelare che non dovrebbe avere garanzie infinite da chi governa a discapito delle altre problematiche sociali, economici e strutturali che oggi imperversano in Sicilia.

Ma a prescindere di questo, ricollegarli dove..??
immaginiamo nelle strutture e enti pubblici, andando cosi ad aggravare ulteriormente un’altra struttura prettamente clientelistica  e già in grande esubero di personale, la pubblica amministrazione e tutte le aziende parassitarie e clientelari satelliti, cosi da gravare ulteriormente la spesa pubblica di ogni singolo Siciliano.

Oggi la Sicilia versa in una situazione a dir poco disastrosa, la Sicilia oggi non produce più economia attiva, l’amministrazione pubblica anche se tramite il reddito procapite dei suoi dipendenti si potrebbe pensare che produce economia territoriale non è così, produce si economia ma passiva, un’economia finanziata dalle libere professioni, dal commercio, dall’artigianato e dai dipendenti privati, categorie oggi quasi scomparse in Sicilia o soffocate dal cuneo fiscale, e i dati ci danno ragione, con un indice disoccuapazione pari al 37% e del 57% su quella giovanile, dati molto più che preoccupanti per non dire disastrosi.

Ma come la Regione Siciliana potrebbe porre rimedio a tutto questo…??
con una politica di investimenti che possano produrre economia attiva, guadagni e non spesa pubblica.

La questione della struttura forestale potrebbe essere un trampolino di lancio ad una politica basata sugli investimenti da parte delle istituzioni governative Siciliane, come..??

Proviamo a mettere giù una bozza di progetto:

taglio netto sui dirigenti della struttura.

Taglio per quel che è la necessità del territorio degli uffici burocratici della struttura.

Rinforzare le forze di polizia forestale, formandoli con corsi di specializzazione sulla salvaguardia del territorio, boschive e delle aree protette, all’interno di strutture  prefabbricate ecosostenibili localizzate sul territorio boschivo.

Una squadra antincendio specializzata sia nello spegnimento degli incendi nella stagione estiva, ma anche nella prevenzione e primo soccorso sanitario, di ripristino che di rifacimento strutturale nelle aree colpite da eventi naturali, idrogeologiche  e atmosferiche.

Collegare la rimanenza delle forza operai sia nel rimboschimento, quando c’è ne sia il bisogno sia in aziende agricolo costituite da investimenti regionali di frutteti, vigneti, uliveti, allevamenti tutto di unica produzione Siciliana, cosi da creare occupazione e economia attiva, un es. la zona collinare e pre montuosa a partire dal calatino passando da Enna per finire a Palermo oggi è tutta incolta, in tutta questa zona si potrebbero impiantare frutteti come di melo, visto la temperatura ideale di quelle altitudini, invece di trovare la melinda del trentino Alto Adice nei supermercati o nei fruttivendoli troveremmo le mele Siciliane, economia attiva, posti di lavoro, produzione propria e finalmente potremmo incominciare a dire “accatta sulu Sicilianu”.

Sia ben chiaro che tutti gli operai e i dipendenti di questo eventuale progetto, dovrebbero essere a tempo indeterminato e non precari, cosi da avere un reddito che gli possa far condurre una vita dignitosa, pagare le giuste tasse e soprattutto non aver nessun bisogno di andare dietro appesi alla giacca del politicante di turno.