" Avvolti " Ritornano....

Avvoltoi Ritornano...Sempre

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“AVVOLTI” RITORNANO

Spenti I riflettori, calato il sipario, lo spettacolo tace: cullato dall’incessante mormorio del pubblico che ancora eccitato dall’avvincente trama, lascia la sala.
Così applausi, risa, e momenti di riflessione, hanno per qualche ora allietato la serata di alcune centinaia di persone. 
Pubblico pagante si chiama in gergo. Pagante si. Quel pubblico, infatti, sceglie liberamente di pagare per assistere ad uno spettacolo che nessuno ovviamente tenta di spacciare per verità. 
Semmai, un sottile ma ben tracciato filo, separa la paradossale alchimia scenica di una finzione che tenta disperatamente di raccontare la cruda realtà; tenendosi però a debita distanza dalla drammaticità di essa. Niente promesse, niente proclami, niente dolose illusioni, solo scorci di vita raccontati da sopra un palcoscenico.
Se questo è quello che succede nella finzione, la realtà è ben altra cosa.

Pseudo salvatori della patria continuano a riproporre “la loro faccia”, per altro bruttina, dopo mesi di assenza dalla vita politica locale. Dopo aver illuso, tradito, e soprattutto approfittato della buona fede di migliaia di persone, si ripresentano,ora con idee strampalate che a loro nulla costano in termini monetari, ma che rischiano di dare il colpo di grazia ad un’economia già da tempo in ginocchio.

La facile propaganda e il “fidati” costituiscono per loro un gergo naturale che usano sistematicamente per tessere “impazientemente” la loro subdola tela, nella quale intrappolare le inconsapevoli vittime. 
Una schiera di pseudo indipendentisti che mirano all’ingigantimento della loro immagine, semplicemente per trarne benefici personali e professionali, vorrebbero, in assenza di alcuna parvenza di democrazia, puntare il dito su chi in questa realtà vive e lotta da sempre contro ogni sopruso.

Tutto questo è già accaduto non molto tempo fa; lasciando a chi ha creduto ad un rivoluzionario del nulla, ad un messia profano e bugiardo che ha temporaneamente approfittato della buona fede di un gruppo di persone per bene che credeva e crede ancora nel cambiamento, il tempo di recitare un “mea culpa”, prima di tornare alla realtà per lottare ancora contro chi, servendosi dei sogni di tutti, ha deturpato il sogno più grande: quello del vero cambiamento.

E così dopo esseri eclissati tra le loro proficue pratiche per mesi, adesso ritornano alla riscossa per ripromettere ancora una volta le stesse cose, le stesse illusioni, le stesse scatole vuote dentro le quali nessuno ha il permesso di guardare. Se non dopo averle acquistate. Così “avvolti” ritornano. Avvolti si. Avvolti in una ipocrita e arrogante aria di superiorità. Avvolti in una luce che a prima vista appare divina, ma che guardando attentamente ci si accorge essere solo la brama di potere che divampa alle loro spalle. 
Avvolti nei loro slogan, e nella smania di controllo di tutto e di tutti. Così come “avvolti” ritornano, “avvolti” se ne andranno. Magari avvolti in un bel cellophane o tra la carta sgualcita di un insignificante manifesto con su scritto: più che umido, viscido. Nell’attesa che Kalat si attrezzi per lo smaltimento di questo nuovo genere di rifiuti.