Referendum costituzionale ottobre 2016 Noi siamo per il NO o per la dichiarazione di non voto..

Il MLNSikulo è per il NO..!! o per il non voto certificato visto che l’astensionismo sarebbe inutile in un referendum senza quorum.

Il nostro NO..!! non è per difendere una costituzione,quella italiana, che a Noi Siciliani non appartiene, anche perché per la Sicilia non cambia nulla a parte qualche ennesimo privilegio per i parlamentari Siciliani nella riforma del senato, ma per difendere la sovranità popolare massima espressione di democrazia in uno Stato democratico parlamentare che dovrebbe rimettere al popolo sovrano le decisioni più importanti che lo riguardano e non arrogarsi arbitrariamente il diritto autoritario di decidere per lo stesso a prescindere del consenso popolare.

 

Il MLNSikulo è per il NO..!! o per il non voto certificato visto che l’astensionismo sarebbe inutile in un referendum senza quorum.
Un referendum già in difetto visto la sua forma, un referendum non abrogativo ma  consultivo la cui forma prevede solo un parere popolare su una determinata questione politica ma non vincolante alla decisione successiva degli organi istituzionali legislativi e governativi.
Quindi nessuna valenza giuridica o abrogativa a garanzia del risultato, insomma una consultazione che in realtà sembra più una specie di fiducia popolare al governo di Renzi.
In caso di vittoria del NO..!! il governo Renzi potrebbe anche andare a casa, di sicuro non per un consenso popolare come qualcuno lo vorrebbe far passare magari come argomento di attrazione consensuale nella sua campagna elettorale, ma come inadempienza e incapacità di Renzi a portare a termine i programmi dettati  dall’elite politica euro-usa che lo sostituirebbe immediatamente con chi ritenuto adeguato al proseguimento di quel progetto atto ad eliminare la sovranità di tutti gli Stati dell’eurozona, come da copione, visto l’esperienza che a portato all’incarico di presidente del consiglio degli ultimi tre governi che si sono succeduti a Roma, governi illegittimi non eletti da consensi elettorali popolari.
Napolitano è stato categorico, in caso della vittoria del NO..!! per l’Europa sarebbe il disastro la fine, e questo l’elite politica mondiale non lo può permettere, e l’omicidio della parlamentare inglese lo conferma, il sacrificio della parlamentare è stato in atto per discriminare e delegittimare le forze politiche inglesi anti-europee.

Il nostro NO..!! non è per difendere una costituzione,quella italiana, che a Noi Siciliani non appartiene, anche perché per la Sicilia non cambia nulla a parte qualche ennesimo privilegio per i parlamentari Siciliani nella riforma del senato, ma per difendere la sovranità popolare massima espressione di democrazia in uno Stato democratico parlamentare che dovrebbe rimettere al popolo sovrano le decisioni più importanti che lo riguardano e non arrogarsi arbitrariamente il diritto autoritario di decidere per lo stesso a prescindere del consenso popolare.

Con questa riforma costituzionale il governo Renzi  vuole eliminare di fatto la democrazia partecipativa trasformandola in una democrazia autoritaria che accentra tutti i poteri legislativi alla maggioranza della camera  e esecutivi al governo, quindi al ministro del consiglio in carica, abolendo il bicamerale quindi  il senato e delegittimando l’autorità garante quale è la figura del presidente della repubblica tra la legiferazione parlamentare bicamerale e l’esecutivo del governo, una sorta di presidenzialismo governativo di facciata che cede la totale sovranità legislativa al parlamento europeo e quella economica alla BCE.

Renzi come Mussolini…??
forse nell’arroganza,  lato peggiore del duce, unica capacità e pregio della personalità di Renzi, ma identici sulle riforme elettorali dei rispettivi governi.

La legge n° 2444 del 18 novembre 1923, nota come “legge Acerbo”, fu una legge elettorale usata dal regno d’italia nelle elezioni politiche italiane del 1924, voluta da Mussolini per assicurare una solida maggioranza alla camera del “partito nazionale fascista”

Il 21 luglio del 1923 il disegno di legge Acerbo venne approvato dalla Camera con 223 sì e 123 no.
A favore si schierarono il partito nazionale fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano, una vasta maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali e la quasi totalità degli esponenti della destra.
Negarono il loro appoggio i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo.

Il meccanismo elettorale prevedeva l'adozione di un sistema proporzionale con premio di maggioranza, all'interno di un collegio unico nazionale, suddiviso in 16 circoscrizioni elettorali.

A livello circoscrizionale ogni lista poteva presentare un numero di candidati che oscillava da un minimo di 3 a un massimo dei due terzi di quelli eleggibili (non più di 356 su 535); oltre al voto di lista era ammesso il voto di preferenza.
Il risultato nel collegio unico era decisivo per determinare la distribuzione dei seggi: nel caso in cui la lista più votata a livello nazionale avesse superato il 25% dei voti validi, avrebbe automaticamente ottenuto i 2/3 dei seggi della Camera dei Deputati, eleggendo in blocco tutti i suoi candidati; in questo caso tutte le altre liste si sarebbero divise il restante terzo dei seggi, sulla base di criteri simili a quelli della legge elettorale del 1919.
Nel caso in cui nessuna delle liste concorrenti avesse superato il 25% dei voti, non sarebbe stato assegnato alcun premio di maggioranza e la totalità dei seggi sarebbe stata ripartita tra le liste concorrenti in proporzione ai voti ricevuti ancora secondo i principi della legge elettorale del 1919.
In sede di approvazione la propaganda fascista spacciò per democratico tale meccanismo di ripartizione dei seggi, affermando che il diritto di tribuna alle minoranze era garantito da quel terzo dei seggi dell'assise parlamentare, che sarebbe stato loro assegnato comunque, anche qualora fossero complessivamente rimaste al di sotto del 33% dei suffragi.
Rispetto alla precedente legge elettorale, la legge Acerbo ridusse inoltre l'età minima per l'eleggibilità da 30 a 25 anni, abolì l’incompatibilità per le cariche amministrative di sindaco e deputato provinciale, e per i funzionari pubblici (ad eccezione di prefetti, viceprefetti e agenti di pubblica sicurezza).
Altra importante innovazione fu l'adozione della scheda elettorale al posto della busta.

 

Legge elettorale n°52 del 6 maggio, comunemente nota come “italicum” dal soprannome che le diede nel 2014 l'allora segretario del PD e futuro presidente del consiglio Matteo Renzi suo principale promotore.
la Camera l’ha approvata in via definitiva con 334 voti favorevoli e 61 contrari, mentre parte dell’opposizione per protesta ha deciso di uscire dall’aula, si è votato senza fiducia e con voto segreto.
L’Italicum, vale solo per la Camera dei Deputati e contiene una clausola che ne rinvierà l’effettiva entrata in vigore al luglio del 2016.

L’Italicum è nato dall’accordo politico tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi il 18 gennaio del 2014 presso la sede del Partito Democratico, il cosiddetto “patto del Nazareno, la legge fu votata da PD, Forza Italia e NCD.

Come funziona l’italicum
l’Italicum vale solo per la Camera, in vista delle riforme costituzionali che porteranno il Senato a non essere più direttamente elettivo.
Nell’Italicum è stata inserita una clausola che ne prevede l’entrata in vigore dal primo luglio del 2016. L’Italicum è un sistema elettorale proporzionale – il numero di seggi verrà assegnato in proporzione al numero di voti ricevuti – e il calcolo sarà fatto su base nazionale, ma modificato fortemente da un premio di maggioranza.
Quindi:

– la singola lista che supera il 40 per cento dei voti ottiene un premio di maggioranza raggiungendo in tutto 340 seggi, cioè il 55 per cento del totale.

– se nessuna singola lista supera il 40 per cento dei voti è previsto un secondo turno, cioè un ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto più voti. La lista che prende più voti dell’altra al ballottaggio ottiene il premio di maggioranza.
Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti o collegamenti di lista: competono le liste così come sono state presentate all’inizio.

– è prevista una soglia di sbarramento del 3 per cento per ottenere seggi.

– saranno costituiti 100 collegi che comprenderanno fino a 600mila persone. Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige saranno escluse dal sistema proporzionale: lì si voterà in nove collegi uninominali come già previsto dal precedente sistema elettorale.
Ogni lista presenterà in ogni collegio una lista di candidati; ogni elettore potrà scegliere nel suo collegio un simbolo e uno o due candidati da votare.

– ci saranno le candidature multiple: i capilista – ma solo loro – potranno cioè essere inseriti nelle liste in più di un collegio, come già accadeva nel Porcellum, fino a un massimo di 10 collegi.

– ci saranno quindi cento capilista, uno per ogni collegio, scelti direttamente dai partiti.
Prima sono eletti i capilista, poi – se avanzano posti – i candidati eletti con le preferenze.
Dal secondo eletto in poi intervengono le preferenze e ogni elettore o elettrice ne potrà esprimere due: obbligatoriamente un uomo e una donna, pena la nullità della seconda preferenza.
Tra i capilista non più del 60 per cento sarà dello stesso sesso.

 

Da tutto questo possiamo dedurre che è in atto l’eccidio della democrazia come massima espressione della sovranità popolare già delegittimata e condizionata nell’attuale costituzione italiana, infatti l’Art. 1 così cita;
“L’italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.”

In sostanza in italia la sovranità popolare si può esercitare sulla base e nella forma dettata dallo Stato.