PRESIDENZA: Facciamo rinascere la consapevolezza di un popolo il "Popolo Siciliano"

Potremmo dire anche Noi "Liberiamo la Sicilia", ma preferiamo dire, facciamo rinascere la consapevolezza di un popolo il "Popolo Siciliano" 

La Sicilia è nata libera, e lo sarà sempre nei millenni… 

 

La Presidenza
Mendolia Tindara
“Iddio le stese d’ogni intorno i mari per separarla da tutt’altra terra e difenderla dai suoi nemici. La fece così grande di estensione, temperata di clima, fertile di suolo, da bastare non soltanto alla vita di più milioni di uomini, ma anche ai comodi, al lusso, ad ogni godimento, ad ogni industria, ad ogni commercio.”
La Sicilia ai Siciliani! Mario Turri

La consapevolezza del Popolo Siciliano no..!! 

Quella si è persa, maggiormente negli ultimi 70 anni, ma forse dai Vespri Siciliani in poi una vera consapevolezza di popolo non c’è mai più stata.
Un popolo già derubato delle sue radici, della sua storia, della sua lingua, delle sue ricchezze già 155 anni fa, da quella bruta e distruttiva colonizzazione denominata “unità d’italia” ma soprattutto è stato derubato della su consapevolezza di essere un popolo, gli è stato imposta una cittadinanza, una cultura, una lingua, una patria che non gli appartiene..

In seguito, tra il 1940 e il 1950, ci fu un barlume di consapevolezza di popolo, dettato dal nostro padre indipendentista e padre della Patria Siciliana, Antonio Canepa.
Barlume di consapevolezza portato avanti, dopo la morte di Canepa, da altri Patrioti, chi più degni di essere chiamati Patrioti chi meno, ma che arrivarono vicino a realizzare quel sogno dell’indipendenza Siciliana, realtà smorzata da un accordo capestro tra la classe politica Siciliana che rappresentava la nascente assemblea regionale Siciliana (dopo aver delegittimato il Parlamento Siciliano a assemblea regionale Siciliana alla fine del 1947) e lo Stato che rappresentava la nascente repubblica italiana.
Un accordo accettabile che poneva e pone la Sicilia giuridicamente come Stato federato allo Stato centrale italiano, anche se oggi solo sulla carta. Quell’accordo quel patto che faceva cessare una vera e propria guerra di indipendenza Siciliana durò poco, solo 32 mesi, il 30-31 gennaio 1948 in quell’assemblea costituente tenutasi a Roma, quello Statuto quel patto doveva essere integrato nel suo valore giuridico e legislativo all’interno della nascente costituzione italiana, fu riscritto nell’60% dei suoi punti, messo alla pari delle autonomie concesse ad altre regioni il loco, rivotato e accettato dai deputati Siciliani che rappresentavano l’ARS, e integrato nella costituzione italiana nell’Art. 116 che regola tutte le regioni ha Statuto autonomo.
Da li in poi, i Siciliani sono stati nel tempo istituzionalizzati mentalmente, sempre di più all’interno di quel sistema italo-siciliano corrotto, clientelistico e mafioso che li ha tenuti in una condizione del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, inculcando loro che la Sicilia e mafiosa, che la Sicilia non avrebbe le risorse o la forza di autogovernarsi da sola, che la Sicilia è italia, mettendo in atto quel sistema clientelistico inculcando ai Siciliani che senza il politico amico degli amici la Sicilia non avrebbe mai ottenuto nulla come non avrebbero ottenuto nulla i Siciliani, un sistema clientelistico che trasformò i diritti dei Siciliani in favori personali dei politici di turno.

Da un decennio, qualche politico Siciliano ha riesumato l’autonomismo Siciliano, parlando di Statuto Siciliano ma non in forma del suo valore giuridico e legislativo, ma come programma nelle sue campagne elettorali, un patto scritto con il sangue dei Siciliani trasformato e delegittimandolo a un semplice programma elettorale, ma con scarsi risultati sui fatti proposti e sul territorio Siciliano.
Cinque sei anni fa si cominciò a parlare di Autodeterminazione come diritto internazionale acquisito da tutti i Popoli per l’indipendenza Siciliana, tra questi anche Noi del MLNSikulo, eravamo visti come degli alieni che cercavano di intraprendere un percorso utopico per alcuni anche fantascientifico, ma con gli eventi che si susseguirono nel quadro indipendentista europeo interpretato da nazioni senza Stato come la Scozia, Corsica, Catalunya ecc. ecc., si incominciò o meglio dire, alcuni politici rappresentanti di vecchi e nuovi partiti o movimenti prettamente autonomisti, incominciarono a parlare di autodeterminazione, anche se in modo un po’ confusionario, un miscuglio tra un’autodeterminazione fiscale e una forma dì indipendenza Siciliana dettata da norme e forme un pò autoctone.

Oggi l’indipendenza è sulla bocca di tutti, ma pochi ne conoscono la sua vera definizione giuridica, ognuno le da la sua impronta personale, specialmente i rappresentanti di movimenti o partiti siciliani di nuova e vecchia generazione che oggi si definiscono indipendentisti o pseudo tali, chi la propone come un’autonomia in chiave più moderna “autodeterminazione finanziaria”, chi la propone come un semplice decreto legge da attuare tramite un “referendum”, e per non farci mancare nulla, c’è chi la propone come un’alternativa futura, cioè “prima riprendiamoci la nostra sovranità finanziaria con l’attuazione dello Statuto (cosa a dir poco utopica oggi, visto che lo Statuto ormai purtroppo è rimasto solo un cimelio storico) poi valuteremo se rimanere in Europa, magari come regione europea autonoma, e poi incominceremo se è il caso (tra 50-60-70 anni), ad intraprendere un percorso politico istituzionale per un’eventuale indipendenza Siciliana.
Tutto questo rimane solo e sempre il classico teatrino pre-elettorale dove cambiano le sceneggiature, cambiano gli attori, ma il copione è sempre lo stesso, sempre è solo con lo stesso finale; 

“mi hai votato, ora per cinque anni mi faccio i miei interessi, magari quando mi punterai il dito contro ti dirò, non e stata colpa mia ma della maggioranza o dell’opposizione, in rispetto a dove sono collegato, tu mi punterai il dito contro, mi insulterai, mi maledirai, ma poi dimenticherai, perche i Siciliani dimenticano sempre, e da più di 155 anni che dimenticano”

L’indipendenza non è un programma elettorale.

Non è un decreto legge attuabile solo dal consenso unanime dell’ARS. Non è un punto all’interno di un programma elettorale.
Non è attuabile neanche tramite un referendum, visto che l’ordinamento giuridico interno dello Stato colonizzatore italiano non concepisce una forma referendaria propositiva.

L’indipendenza Siciliana si può acquisire solo tramite due percorsi;

1.      Il percorso di Diritto internazionale intrapreso da un MDL (movimento di liberazione) che non ha bisogno del consenso del popolo ne il controllo del territorio, ma legittimato ad intraprendere il percorso all’autodeterminazione del popolo Siciliano sancito dall’Art. 1 paragrafo 2, 55 e 76, all’interno della Carta delle Nazioni Unite, in concomitanza del suo Governo provvisorio come disposto dall’Art. 96.3 del primo protocollo di Ginevra del 1977.
Diritto inderogabile da tutti gli Stati firmatari della Carta delle Nazioni Unite, tranne la Russia e la Cina che ne ha diritto di veto, che lo hanno reciso all’interno del suo ordinamento giuridico interno, l’italia lo ha reciso il 15 dicembre del 1955.
Quindi la Stato italiano non potrà mai rifiutare un’eventuale percorso legale internazionale all’autodeterminazione del popolo Siciliano, nel caso il MDL sarebbe riconosciuto da uno o più Stati già sovrani, sarebbe legittimato a sciogliere tutte le istituzioni governative all’interno del territorio Siciliano.

2.     - Il percorso di autodeterminazione può essere intrapreso anche da un Parlamento di uno Stato federato allo Stato centrale, come la Sicilia.
Tramite la maggioranza parlamentare rappresentata dal presidente del parlamento che intraprende un percorso di autodeterminazione per l’indipendenza della Sicilia, che bisogna di un consenso popolare, un candidato presidente assolutamente di ideologie indipendentiste come definizione originale, un partito o movimento Siciliano o una confederazione di movimenti , che siano in grado di eleggere una maggioranza assoluta all’interno del Parlamento. un percorso guidato da punti inderogabili e specificatamente atte all’obbiettivo;
- costituire una Banca Centrale
- emettere moneta sovrana
- organizzare le strutture adeguate ad una Nazione-Stato
- costituire l’Agenzia delle Entrate
- Eleggere una Costituente atta a redigere la Costituzione della Repubblica Siciliana
- Presentare al governo centrale italiano un decreto parlamentare per cambiare la Personalità Giuridica della Sicilia, da Stato Federato (personalità giuridica odierna) a Nazione-Stato indipendente
- Indire una Costituente bilaterale per redigere i modi e tempi per il passaggio di tutte le competenze territoriali e giuridiche.
- In caso di rifiuto da parte dello Stato Italiano, il Parlamento Siciliano in concomitanza con il Presidente, depositeranno una Dichiarazione di Indipendenza Unilaterale nelle Sedi Centrali degli Organi di Diritto Internazionale ONU e AIA.

In ambedue i casi l’indipendenza Siciliana non può passare d’altro che da una consapevolezza integrale alla Sicilianità del popolo Siciliano.

Oggi, purtroppo, in Sicilia mancano le basi essenziali per intraprendere un percorso pel la nostra indipendenza, tranne quella del MLNSikulo, già legittimato al percorso, ma manca di coperture finanziarie per accelerare a dare una svolta definitiva al percorso già intrapreso poco meno di due anni fa, ma sempre presente e determinato a portarlo avanti, anche con non poche difficoltà.

Nel percorso politico manca un candidato presidente e un movimento o partito politico, che abbia i requisiti citati sopra per intraprendere questo percorso.

Se si vuole fare qualcosa di serio, per poter intraprendere questo percorso di indipendenza, si deve istituire un tavolo di confronto con tutti quelli che intendono rappresentare la Sicilia in un percorso di decolonizzazione.
Sedersi confrontarsi e uscire da quel confronto con un programma univoco e con una carta di intesa dove vengono recisi dei punti inderogabili da rispettare, per tutti i movimenti o partiti di impronta indipendentista.
Costituire una confederazioni dei vari movimenti guidata da quel programma univoco e della carta d'intesa, presentarsi davanti le istituzioni governative siciliane, nazionali che internazionali, per istituire un tavolo di confronto sui diritti calpestati dei Siciliani e sul diritto storico e giuridico che pone la Sicilia come Nazione-Stato indipendente è sovrano.
Così da presentarsi alla competizione elettorale per il rinnovo del presidente e del parlamento Siciliano, con un programma ben definito e dei punti giuridici atti a raggiungere l’obbiettivo finale, l’autodeterminazione come diritto internazionale acquisito da tutti i popoli, appoggiati da una consapevolezza popolare unanime o quasi.

Ed è per questo che Noi del MLNSikulo preferiamo parlare sempre e in assoluto di consapevolezza di un popolo, un popolo consapevole dei suoi diritti, della sua forza, delle forme giuridiche atte all’obbiettivo, può tutto..!! anche conquistare il mondo…..

ANimus TUus DOmunus